Mondo

Tavola Pace: su Iraq irresponsabile discorso premier

"Dà per scontata una guerra che il mondo intero sta cercando d'evitare. Pretende di trascinar l'Italia in una guerra che rappresenta un salto nel buio per Medio oriente, Italia e Ue"

di Paolo Manzo

”Gravissimo e irresponsabile” così la ”Tavola per la pace” definisce il discorso pronunciato dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Secondo i responsabili del cartello di associazioni ”dà per scontata una guerra che l’Onu e il mondo intero stanno cercando di evitare. Pretende di trascinare il nostro paese in una guerra che rappresenta un vero e proprio salto nel buio per il popolo iracheno, per il Medio Oriente, per l’Italia, per l’Europa”. ”Invece di impegnare l’Italia a sostenere ogni sforzo per evitare lo scoppio di questa nuova guerra, invece di sostenere fino in fondo l’importantissima azione dell’Onu e del suo segretario generale -sottolinea la Tavola per la pace- il presidente Berlusconi pretende addirittura di riscrivere e stravolgere l’articolo 11 della nostra Costituzione. Non è vero che ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa’ come dice Berlusconi. Quell’articolo sancisce un’altra cosa, molto più chiara e netta: ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”’. ”La nostra condanna del regime iracheno -spiega la Tavola della pace- è sempre stata netta, forte, totale. Ma il regime di Saddam Hussein, come tutti i sistemi dittatoriali, va contrastato dalle Nazioni Unite e dall’intera comunità internazionale con i numerosi strumenti del diritto, della legalità e della giustizia penale internazionale di cui disponiamo”. ”Vale la pena di ricordare al Presidente del consiglio -aggiunge- che la guerra, e ancor di più la guerra preventiva, è categoricamente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. La guerra all’Iraq sarebbe solo il primo test della nuova dottrina di ‘guerra preventiva’ che prevede azioni militari unilaterali contro tutti coloro, paesi e singoli, che sono sospettati di minacciare gli Stati Uniti e i loro interessi. Il fatto che l’Amministrazione Bush abbia deciso di abbandonare la dottrina della legittima difesa, prevista dal diritto internazionale, per adottare una strategia così destabilizzante infligge un colpo mortale al diritto, alla pace e alla sicurezza nel mondo”. ”Il terrorismo, minaccia per la pace, la libertà e la democrazia, -conclude- si deve combattere e si può sconfiggere non promuovendo una guerra infinita ma la globalizzazione della giustizia, della democrazia e dei diritti umani. Anche per questo noi diciamo ancora una volta no ad una nuova guerra contro l’Iraq”.


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