Mondo

G8: vertice deludente, ma non bisogna gettare la spugna

di Giulio Albanese

Dobbiamo prendere atto che ancora una volta i Grandi della Terra hanno dimostrato d’essere anni luce distanti dalle richieste della Società civile mondiale e dai sacrosanti principi enunciati nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Questo è quello che penso dopo aver letto i vari comunicati diramati al termine del vertice del G8 svoltosi in questi giorni nella terra del Sol Levante. Ha pertanto ragione Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione Ong italiane, quando afferma che “Mentre le persone nei Paesi poveri muoiono di fame e non sanno come sfamare i propri figli, i Grandi della Terra commissionano l’ennesimo studio. E lo fanno coinvolgendo le stesse istituzioni che con le loro politiche sono spesso concausa di questa nuova emergenza mondiale”. Commentando la decisione dei leader del G8 di affidare alla Banca Mondiale (Bm) e del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) la realizzazione di uno studio sulle cause dell’attuale crisi alimentari, Marelli ha espresso un sentimento al quale  personalmente mi associo: “Da questo vertice portiamo a casa soprattutto incertezze e dubbi”. Sulla povertà, il summit dei Paesi industrializzati ha confermato l’impegno di versare 25 miliardi di dollari l’anno ai Paesi africani su diversi progetti di aiuto.  Purtroppo, considerando che dal 2005 a oggi solo il 14%  delle promesse è stato mantenuto, sembra davvero arduo che entro il 2010 – data di riferimento – tutti possano versare gli arretrati. In particolare, riguardo all’utilizzo degli Ogm, gli Otto Grandi hanno dimenticato che questi prodotti creano una nuova oggettiva dipendenza economica dei piccoli agricoltori africani obbligati così ad acquistare annualmente le sementi dalle grandi multinazionali. Il colmo è che in questo modo s’impone un’altra spesa ai poveri: acquistare annualmente le sementi per poter produrre ciò di cui cibarsi. Detto questo non credo sia lecito gettare la spugna. Se da una parte è vero che i mercati vanno evangelizzati, dall’altra è importante che il mondo missionario, unitamente alle Ong, e a tutte le componenti della Società civile promuovano nelle sedi internazionali iniziative illuminanti per promuovere lo sviluppo sostenibile delle popolazioni dei Sud del mondo nella consapevolezza che l’umanità ha un destino comune.

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