Mondo

Iraq: Berlusconi, sì a uso forza

Il premier alla Camera: Blair ha ragione e auspica una risoluzione Onu «che tagli corto di tutte le tattiche di elusione di Saddam»

di Giampaolo Cerri

Berlusconi sulla scia di Blair. Intervenendo stamani alla Camera, il premier si è detto favorevole «all’uso della forza per risolvere la crisi» e convinto che le intelligence occidentali hanno “elementi di prova” del riarmo di Saddam Hussein, resi parzialmente noti da Tony Blair nel suo intervento alla Camera dei Comuni. Secondo Berlusconi, «tutti concordano sul fatto che l’Iraq sia un pericolo regionale e globale, quale che sia l’opinione sulle vie da intraprendere per rimuovere questo pericolo. Serve una chiara assunzione di responsabilita’ della classe dirigente europea. Se si esclude una inazione, il cui costo storico potrebbe essere incalcolabile, non c’e’ altra possibilita’ che la costruzione su basi multilaterali di una coalizione capace di imporre il rispetto scrupoloso di una nuova, forte, chiara e pressante risoluzione dell’Onu che tagli corto di tutte le tattiche di elusione, di rinvio e di inganno nelle quali il regime iracheno ha mostrato una grande abilita». Cinque applausi, partiti tutti dai banchi del centrodestra, hanno segnato il discorso del primo ministro. La seduta e’ stata molto composta, con tutti i deputati di entrambi gli schieramenti che hanno seguito in silenzio il discorso del premier. Quattro gli applausi che hanno interrotto brevemente le parole di Berlusconi: quando ha rivendicato la ”prudenza” dell’ azione di governo in questi mesi, quando ha respinto i paragoni fatti tra Bush e Hitler, quando ha ricordato che ”l’ Italia ripudia la guerra” come strumento politico e, infine, quando ha ricordato la Conferenza di Monaco del 1938, in cui ”la paura di avere paura” condusse ai disastrosi esiti della seconda guerra mondiale. Un quinto applauso e’ partito dai banchi della maggioranza al termine del discorso. Berlusconi ha letto il proprio discorso con un’ unica brevissima divagazione a braccio proprio quando ha ricordato la Conferenza di Monaco e il successivo ruolo degli Stati Uniti nel ripristino della democrazia


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