Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia del rilascio, da parte delle autorità di Khartoum, di Hassan al Tourabi, dopo due mesi di detenzione per aver invitato il presidente Omar Hassan al Bashir a presentarsi spontaneamente alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja. Le dichiarazioni di Tourabi – considerato il vero ideologo del regime islamico sudanese – avevano turbato non poco l’arena politica sudanese, evidenziando una spaccatura all’interno del sistema dittatoriale che da anni regna incontrastato a Khartoum. Appena liberato, Tourabi ha ribadito le accuse contro al Bashir, esortandolo ad arrendersi e a consegnarsi alla giustizia internazionale, in considerazione del mandato di cattura spiccato pochi giorni fa dal Cpi. Alla luce della mia personale esperienza, posso dire che Tourabi è un personaggio imprevedibile, oltre ad essere la vera eminenza grigia dell’oligarchia fondamentalista che in questi anni ha fatto disastri in Sudan. Se da una parte è vero che ormai sia ai ferri corti con Bashir, dall’altra è importante vigilare sulle sue prossime mosse, anche perché quello che dice deve sempre essere preso col beneficio d’inventario. In passato, è bene rammentarlo, Tourabi ha sostenuto i gruppi islamici più radicali, al punto da essere considerato un fedele alleato di Osama bin Laden. La liberazione di Tourabi, 77 anni, sollecitata dalla famiglia per motivi di salute, rappresenta un gesto distensivo da parte di Bashir il quale, in questo frangente, non vuole assolutamente che vi siano forme di opposizione nei suoi confronti all’interno del Paese. Ciò che trovo curioso è che sia proprio Tourabi a redarguire pubblicamente Bashir. Da che pulpito viene la predica! Tra tutti e due, francamente, non so chi sia il peggiore…
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