Politica

Eluana, mettersi in ascolto

di Franco Bomprezzi

Se c’è un tema rispetto al quale le coscienze potrebbero dividersi, è quello della morte, specie quando il confine dell’esistenza è incerto, e la scienza non riesce a dare risposte capaci di togliere ogni ragionevole dubbio. La sentenza della corte d’appello di Milano sulla sorte di Eluana Englaro arriva dopo che la Cassazione, dunque sempre la magistratura, aveva affidato proprio a questa corte milanese il compito di verificare due condizioni, il coma irreversibile e la volontà chiaramente espressa dalla persona, quando, prima dell’incidente, era in grado di esprimersi in modo autonomo.

Il padre, Beppe Englaro, ha vinto la sua lunga battaglia e lo dichiara senza enfasi, con rispetto per le opinioni diverse, specialmente quelle provenienti dal mondo cattolico. Io personalmente sono convinto che ogni caso faccia storia a sé fino a quando il Parlamento non riuscirà, almeno sulle questioni fondamentali, a fissare regole condivise, a vantaggio di tutti.

E’ impossibile che la Chiesa accetti una legge che in qualche modo entri nel mistero della vita e della morte, stabilendo ciò che, per la religione, solo Dio può sapere. Ma è giusto che uno Stato laico metta a disposizione dei cittadini strumenti ragionevoli, basati su principi etici condivisi largamente, perché il libero arbitrio si possa realizzare concretamente. La politica ancora una volta ha fallito, e la magistratura, a modo suo, colma un vuoto, e apre una strada che potrebbe essere seguita da altri, magari con convinzioni etiche assai minori di quelle del papà di Eluana, che agisce sicuramente per amore.

Ecco perché ora vorrei che tutti si mettessero sinceramente in ascolto delle ragioni altrui, con umiltà e rispetto. Intanto al papà di Eluana vorrei esprimere il sentimento di una vicinanza umana, senza giudizi. E a Eluana una carezza, sperando che non debba soffrire, nell’ora della morte, definitiva, ma terrena.

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