Ho letto, ho visto, ho ascoltato. Come tutti. Ho anche interrogato la mia coscienza. Sinceramente. E alla fine mi rendo conto di desiderare fortemente che le posizioni in campo, così nette, così forti, cedano il campo ai dubbi, alla riflessione, al rispetto reciproco. Non credo che in Italia sia stata introdotta l’eutanasia, anzi sono certo che non è così. Perché non è nella volontà di nessuno, e neppure nella nostra coscienza collettiva. Non credo neppure che con la sentenza della Cassazione abbia vinto qualcuno. Penso piuttosto al papà e alla mamma di Eluana, e sono certo che le hanno voluto un bene immenso, e sono tranquillo: non vorrebbero mai, come purtroppo è stato scritto, che la sua vita finisca fra atroci sofferenze.
Penso insomma che il mondo delle certezze, di fede o laiciste, dovrebbe ripiegare le bandiere, accontentarsi di aver esposto con forza argomenti contrapposti, nella constatazione che esistono, legittimamente, opinioni diverse e dunque soluzioni differenti. Mi piace pensare che esista una piena libertà di scelta rispetto alle cure e alle decisioni dei medici. Vale sempre.
Vorrei che le persone in condizioni simili a quelle di Eluana vengano sempre più garantite nei loro diritti di dignità e di esistenza protetta, se questo è il loro convincimento e la volontà dei loro familiari. Ma non riesco a immaginare una vita che non abbia caratteristiche, o speranze lecite, di coscienza, di interazione, di scambio seppur minimo. Nel tenere in vita un corpo, un organismo inerte, penso ci sia in molti casi una impossibilità ad elaborare il lutto, ad accettare la morte. E in questi giorni le dure prese di posizione della gerarchia cattolica temo non aiutino a considerare cristianamente, ma anche laicamente, la morte come parte integrante della vita, del nostro destino finito di esseri umani di passaggio.
Eluana non avrebbe mai immaginato di rappresentare per tutti noi principi così radicalmente opposti. Il segno di contraddizione, il dubbio che il suo caso ci consegna, è forse la lezione più importante. Da qui possiamo ripartire con maggiore lucidità e serenità.
Requiescat in pacem.
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