Fino ad oggi nessuno fra i grandi mezzi di informazione, giornali e tv, aveva degnato di una riga la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Adesso che il Vaticano, a poche ore dalla giornata internazionale del 3 dicembre, conferma che non approverà la Convenzione, pur avendo contribuito ai lavori preparatori, improvvisamente tutti si accorgono dell’importanza planetaria di questo strumento.
Innanzitutto dunque un “grazie” al Vaticano che con la propria decisione (che peraltro mi dispiace) riesce a far uscire la Convenzione dal limbo delle “non notizie”. E’ il paradosso dell’informazione giornalistica, ma a mio parere stiamo davvero esagerando. Leggo finalmente nei siti internet dei grandi quotidiani come e perché la Convenzione è importante. Noi lo scriviamo da due anni….
Ma questo è l’unico motivo di soddisfazione, perché in effetti sono molto perplesso di fronte a una decisione così rigida e schematica, che prende motivo da un unico punto di contrasto letterale con la Convenzione Onu. Manca – sostiene il Vaticano – una esplicita negazione del diritto ad abortire in presenza di grave malformazione del feto. Non discuto ovviamente il diritto del Vaticano, ossia della Chiesa cattolica, di ribadire in ogni situazione la propria dottrina relativa all’aborto.
Penso però che con questa decisione il Vaticano perde un’occasione importante di essere protagonista, e coerentemente presente, in un campo, quello della difesa dei diritti delle persone con disabilità, che vede la Chiesa in prima linea nel mondo, specie nei Paesi più poveri, attraverso azioni concrete di solidarietà e di vicinanza, che nessuno può negare o sottovalutare.
La Convenzione, in tutto il suo impianto culturale, è basata sulla difesa insistita del diritto all’esistenza, alla vita, la migliore possibile anche in termini di salute, per le persone con disabilità. Nessuna tentazione eugenetica, nessuna scorciatoia morale, ma una impostazione concreta, realistica, che tiene conto delle condizioni reali nel mondo, delle legislazioni esistenti, della capacità di monitoraggio da parte delle associazioni delle persone con disabilità.
Era importante il sì del Vaticano anche per noi italiani, sarebbe stato un segno forte di speranza e di condivisione di una lunga battaglia culturale e morale. Spero che questa decisione non metta in difficoltà i credenti, penso di no. Mai come adesso le divisioni in tema di diritti andrebbero scrupolosamente evitate e rimosse. E’ un’occasione perduta, ma il dialogo non deve mai interrompersi.
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