Giorni così, che rotolano veloci verso un nuovo anno. Quattro anni fa ricordo l’angoscia dello tsunami, lavoro di giornalista lontanissimo, alla ricerca di voci capaci di raccontare la verità, voci coraggiose di volontari, di religiosi, di italiani che non si tiravano indietro di fronte a una tragedia immane. Un momento alto di volontariato, di solidarietà, all’inizio. Poi la lenta progressiva erosione scavata dal cinismo, dalle burocrazie, dai media. Quattro anni dopo, penso a che cosa ognuno di noi fa per rendere vero e vivo il nostro esistere, qui e adesso. Avverto nell’aria un desiderio di amicizia, di serenità, di una mano da stringere, per andare avanti. magari a fatica.
Resisto alla tentazione di spegnere la tivù di fronte all’ennesimo servizio sui cenoni e sui pranzoni, sugli acquisti e sui consumi. Ricevo sms e email di auguri, più intelligenti e personalizzate rispetto agli altri anni, ma pur sempre il segno che stiamo rinunciando a comunicare a voce, direttamente, con le persone a noi care.
Immaginiamo la serenità altrui, famiglie che si ricompongono, la tombola che esce da un cassetto, un vecchio disco di canzoni di Natale. Abbiamo forse nostalgia, ma non ne siamo sicuri. Viviamo sospesi, tra vecchio e nuovo mondo, sulla passerella oscillante di una crisi che ci annunciano e che verifichiamo di persona, ma cerchiamo di esorcizzare con un brindisi, un tappo che faccia tanto rumore e allegria quando salta dalla bottiglia.
Siamo tutti un po’ più stanchi, affaticati da un anno in salita, pieno di insidie, di arretramenti, di paura. Non quella sbandierata dal potere, che pure esiste, a volte. Ma quell’altra paura, grigia, fredda, che entra nell’anima, perché nasce dalla sensazione che le conquiste di anni potrebbero essere rimesse in discussione, per uno tsunami della società, che non immaginavamo possibile.
Facciamo i conti frettolosamente, tanto sappiamo che non tornano, sono in passivo, e non c’è molto da fare. Ma per fortuna abbiamo strumenti nuovi di condivisione, di speranza. Anche questo, un blog da leggere quando si vuole, con calma, da commentare se lo si desidera, da condividere con altri amici, allargando una rete che è la nostra àncora spirituale.
Per me oggi Vita è un luogo importante, di serenità, di lavoro, di impegno, ma soprattutto di ascolto e di ricerca, senza certezze, con tanto desiderio di imparare, e di raccontare. Perciò auguro a tutti un po’ di serenità, così come la volete, così come la meritate.
Grazie di leggermi. Spero di non deludervi. Buon 2009, insieme.
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