Leggi

Eurocontributi uguali per tutti

Dai giudici europei una sentenza che garantisce ai cittadini diritto di lavoro in tutti i Paesi dell'Ue.

di Redazione

Dai giudici europei una sentenza che garantisce ai cittadini diritto di lavoro in tutti i Paesi dell?Ue.
Alla fine di gennaio una sentenza dei giudici della Corte di giustizia ha dichiarato che contributi sociali discriminatori creano un ostacolo alla libertà di circolazione garantita dall?Unione europea e che sono quindi vietati. Punto di partenza il caso di un cittadino olandese che come lavoratore dipendente aveva lavorato per poco più di undici mesi, distaccato nel Regno Unito, a seguito di ciò si era visto imporre dei contributi sociali più elevati. Inoltre i contributi superavano nettamente il tetto applicabile a un cittadino che avesse risieduto per tutto l?anno in Olanda. Il lavoratore olandese ha fatto valere davanti al tribunale olandese l?articolo 48 della C.E. che garantisce che i cittadini di uno Stato membro possano liberamente recarsi a lavorare negli altri paesi dell?Unione, l?articolo inoltre vieta ogni discriminazione in base alla nazionalità. Sulla questione è stata quindi chiamata a esprimersi la Corte europea che non ha avuto alcun dubbio. Un cittadino dell?Unione può invocare le regole europee contro il proprio Paese che lo penalizza per il fatto di essersi recato a vivere e lavorare in un diverso Stato membro. Secondo la Corte, inoltre è illegale nei confronti delle regole Ue imporre a una persona che si trovi in un caso simile contributi sociali più elevati.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.