Politica

Fa caldo

di Franco Bomprezzi

Lo so. La notizia è già trapelata. L’ho letto da qualche parte. E anche alcuni telegiornali, in ora tarda, lo hanno ammesso. Fa caldo. Molto caldo. Non ci volevo credere. Poi ho guardato il calendario: siamo ad agosto. E nell’emisfero settentrionale del pianeta. Mi sono detto: ci  può stare. Il caldo d’estate è una eventualità molto probabile, i bookmakers non la quotano neppure. La gente d’inverno non vede l’ora che arrivi il caldo. Si sa, non esistono più le mezze stagioni. Ma adesso questa notizia, inquietante, si sta diffondendo in modo incontrollato. E’ tutto un susseguirsi di nomi apocalittici, imperatori romani scomodati per l’occasione e colpevoli di innominabili nefandezze. Stiamo diventando esperti dello zero termico. Ogni giorno più in alto, ormai sopra quota 4500 metri. Dove osano le aquile.

Il caldo ha sbaragliato persino lo spread, che faticosamente, ogni due o tre giorni, riconquista il suo spazio fra i titoli di apertura. Sto cominciando a pensare che ci sia un nesso fra le temperature di questo agosto, lo spread e il prezzo della benzina. Probabilmente dopo i primi acquazzoni anche il gasolio subirà una flessione e lo spread scenderà sotto quota 400. In compenso sono scomparsi i pedofili. Rare comparse di stupratori, forse perché fa troppo caldo. C’è qualche delitto efferato, ma in questo caso il caldo c’entra eccome, anzi è la causa scatenante, e dunque un’attenuante da portare in giudizio.

Provo a seguire un intero telegiornale, dai titoli di apertura fino alle previsioni del tempo. E’ un agglomerato di banalità e di ansie. Un’emergenza dopo l’altra siamo trascinati sull’orlo del baratro e dobbiamo aspettarci il peggio da un minuto all’altro. Le città non si sono svuotate, eppure contemporaneamente si annuncia il bollino rosso sulle autostrade. Consigliano di bere molto. Acqua, mi raccomando, non fate confusione. Non prendere il sole durante le ore calde. Meglio prendere il sole di notte, quando non scotta. Non abbandonate i cani, ma i nonni sì, potete lasciarli da soli, tanto c’è il servizio del Comune che gli porta i pasti a domicilio. Le persone disabili? Non pervenute. D’estate si arrangiano. Se ne stanno a casa, così rompono meno le scatole, con quell’assurda richiesta di muoversi liberamente in città, al mare e in montagna.

C’è l’Ilva a Taranto. Vero. Ma è a Taranto e al resto del Paese sembra fregare davvero poco, quasi zero. L’unico miracolo dei telegiornali è che si sono diradate le dichiarazioni a raffica dei soliti noti del Parlamento e dintorni. Mi manca Capezzone, non ho notizie di Gasparri, mi sfugge l’ultimo pensiero di Casini e di Enrico Letta. Probabilmente hanno caldo anche loro. Ma tranquilli: fra poco farà freddo. Molto freddo. Prepariamoci.

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