Politica

Barbieri, voce forte del Forum

di Franco Bomprezzi

Che bella notizia! Ufficialmente la decisione spetta all’assemblea del Forum del Terzo Settore, che si riunirà il 30 gennaio, ma l’appoggio sincero e convinto di tutte le anime del Forum del Terzo Settore alla nomina di Pietro Barbieri, presidente della Fish, per l’incarico di Portavoce, dopo le dimissioni di Andrea Olivero, impegnato per le elezioni politiche, è già sufficiente garanzia per immaginare che per la prima volta in Italia (e penso non solo in Italia) la rappresentanza del più vasto coordinamento di forze della vera “società civile” sarà affidata ad un combattente per la cultura dei diritti di cittadinanza che vive e lotta in sedia a rotelle.

E dire che venivo dalla delusione per il suo mancato inserimento nella lista bloccata del Pd per le elezioni politiche. Si vede che la mobilitazione civile attorno al suo nome ha sortito comunque un effetto positivo, importante, che ora diventa però una sfida a tutto campo. Perché occorre subito sgombrare il campo da un possibile fraintendimento: Pietro Barbieri non è solo una persona con disabilità, per quanto impegnata, per quanto nota. E’ prima di tutto un bravissimo collettore di pensiero sociale per tutti. Ci conosciamo da tanti anni, e più volte ci siamo trovati a parlare d’altro. A non fermarci all’handicap, che per la verità abbiamo superato da tempo (almeno dentro la testa). Pietro Barbieri, come pochi altri nel mondo della disabilità, vive la questione dei diritti a 360 gradi, consapevole che se la società e le istituzioni nel loro complesso non si organizzano in modo adeguato a vivere il “bene comune” non si va da nessuna parte.

Il vero tema sul tavolo sono le connessioni reali, non le adesioni formali. Il Forum potrebbe essere uno strumento potente di interlocuzione politica, e in parte già lo è, ma deve, secondo me, affrontare con decisione una piattaforma più ampia, interrogandosi ad esempio sulla sostenibilità ambientale di molte scelte economiche, sul modello di sviluppo dei servizi sociali, sull’impatto per le giovani generazioni di nuovi (o vecchi) modelli di impresa e di lavoro, sui diritti negati, sulla discriminazione che non riguarda solo le minoranze, ma ci interroga rispetto al pensiero dominante, che ci ha portati a questo punto.

La stessa sussidiarietà, in questo contesto, va riletta alla luce del disimpegno sempre più evidente e progressivo del welfare pubblico. E poi il ruolo delle onlus, la loro credibilità sotto il fuoco del neoliberismo di tipo tecnicistico (eccellente il contributo di Giulio Sensi, nuovo grande blogger di Vita), la facile ma poi improduttiva adesione alle battaglie minime come quella sacrosanta per il 5 per mille, salvo poi troppo spesso ogni associazione andare per la propria strada, non fidandosi troppo di alleanze impegnative.

Chissà perché adesso ho la sensazione che vivremo una nuova stagione del Forum, magari più difficile e faticosa, ma capace, alla fine, di restituirci la speranza di un mondo meno frammentato e settoriale, al punto, a volte, da dare la sensazione di interessi (legittimi) contrapposti e nascosti sotto il tappeto solo per non farsi del male, dimenticando che gli stakeholders, gli interlocutori veri sono là fuori, e non dentro questo mondo. So quanta fatica Pietro Barbieri (e in piccola, modestissima parte, io con lui) ha fatto per superare anche nel mondo della disabilità contrapposizioni artificiose e false tra diverse situazioni di partenza (disabilità fisica, sensoriale, intellettiva) riuscendo a mettere al centro i diritti delle persone, e la sostenibilità di tali diritti nel contesto legislativo e sociale. Se quella è la bussola, la direzione è chiara. Buona fortuna, Pietro. Buon lavoro, non ti mancherà. Ma non ti mancherà neanche la voce, forte e chiara. Per tutti.

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