Le statistiche dicono che il numero di donne uccise in Italia è stabile, non ci sarebbero indicazioni di aumenti improvvisi. E dunque le donne morte in questi giorni sotto i colpi di uomini assassini sono state colpite da un’insolazione o sono danni collaterali di un’estate particolarmente calda. Non amo le statistiche, perché penso che anche una sola persona ha diritto di vivere, e ha un nome, un volto, una storia. Ma come uomo sono colpito da quanto leggo, da quanto vedo. Proprio perché ho sempre amato le donne, moltissimo, e continuo anche adesso, che ho superato i sessant’anni. Tranquilli, sono fedele per natura, e non sto parlando solo di passione amorosa, ma proprio di amore per le donne, che hanno riempito la mia vita di colori, di emozioni, di episodi, di condivisione, di speranze, di battaglie, di risate, di malinconia, di dolore, di gioia, di cose concrete da fare insieme, giorno dopo giorno.
Non mi è mai passato per la testa di usare violenza fisica nei confronti di una donna, e non perché vivo in sedia a rotelle. Potrei riuscirci anche da qui, su questo non ho dubbi. E’ proprio perché l’idea di possesso, di proprietà sulla donna, non mi appartiene, non fa parte del mio bagaglio di viaggio nell’esistenza. So di non possedere del tutto neanche me stesso, dal momento che il corpo non sempre risponde ai comandi del cervello o del cuore. Figurarsi se posso immaginare una sorta di dominio su un essere diverso da me. Io amo la relazione, la curiosità, la diversità di approccio, la possibile convergenza di saperi e di istinti, la piacevolezza dell’aspetto, la freschezza mentale, la spregiudicatezza, l’imprevedibilità, l’estro interiore, la tenacia, la concretezza, la tenerezza, la fragilità, la forza, la resistenza delle donne.
Le donne non si riposano mai, o quasi. E spesso sono proprio le giornate della solitudine, quelle che coincidono con la fine dell’anno o con il Ferragosto, a risultare le più pericolose per la loro incolumità, perché gli uomini non accettano di rimanere da soli, si portano questa tara fin da bambini, da quando cercavano di infilarsi nel lettone, fra mamma e papà. Le donne sono molto più indipendenti, anche nella sofferenza. Ecco perché mi piacerebbe che il Ferragosto venisse dedicato a loro, alle nostre compagne di vita. Una giornata del rispetto e dell’amore, senza bisogno di cerimonie o di gesti retorici, ma solo di un pensiero collettivo. Un pensiero capace di raggiungere le menti bacate degli uomini capaci di violenza. E comunque un pensiero che renda merito alla presenza delle donne, fondamentale nella nostra vita. Buon Ferragosto, amiche e compagne.
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