Ho seguito prima distrattamente poi con crescente interesse la vicenda di Mauro Icardi, giovane talento calcistico, oggi fra i migliori dell’Inter, la squadra per la quale, come è noto anche ai lettori di questo blog, io faccio il tifo molto intensamente, al punto da essermi creato persino un piccolo spazio personale, nel quale scrivo quando posso, in genere pochi minuti dopo il termine della partita (quasi un esercizio rilassante). Ma ho deciso di scriverne qui, dove assai raramente parlo di calcio, con qualche eccezione, dedicata a Mario Balotelli, e alla finale della Champions a Madrid. Sono infatti convinto che l’ondata di moralismo esplosa sui media e allo stadio, e anche nei commenti dei tifosi, sia del tutto sproporzionata rispetto all’entità della vicenda, se non per un piccolo aspetto, sul quale mi soffermo subito.
L’unica cosa che mi sento sinceramente di rimproverare al giovane argentino è l’uso, su twitter, delle immagini che lo ritraggono con i bambini, figli della sua attuale compagna Wanda Nara. Lo dico anche da giornalista, i bambini vanno lasciati stare. Certo che si possono fotografare, ed è bello vedere che si sta creando un legame, un affetto anche con una nuova figura genitoriale (perché questo, in fin dei conti, accade in tantissime situazioni della vita reale), ma questa cosa deve rimanere privata, nell’album di famiglia, se mai ancora ne esistesse uno. La generazione di twitter e facebook fa fatica, tanta fatica, a comprendere la questione dell’uso corretto delle immagini. Perché l’immagine ormai è tutto, e ci invade sotto ogni forma, sostituendosi spesso alle parole, che si riducono a battute in 140 caratteri. I giornalisti, non per moralismo, ma per tutela della dignità dei minori, hanno elaborato ormai molto tempo fa la Carta di Treviso, dove si raccomanda appunto di non usare in modo sconsiderato le immagini dei bambini.
Perciò a Icardi e a Wanda Nara chiederei di pensarci bene, perché questo aspetto nulla ha a che vedere con tutti gli argomenti, usati a sproposito e in funzione dell’appartenenza del tifo, nei loro confronti. Il fatto che la vicenda personale di tre adulti, per quanto noti a milioni di appassionati di calcio e di gossip, diventi così rilevante da condizionare palesemente persino lo svolgimento di una partita di campionato, e da scomodare un parroco di fede (sic!) sampdoriana a polemizzare con il giovane giocatore dell’Inter è un fenomeno che sicuramente sta interessando i sociologi e gli antropologi.
A me dà enormemente fastidio il moralismo applicato al calcio. Lo abbiamo vissuto, poco tempo fa, proprio nei riguardi di Balotelli (che in ogni caso conduce una vita assai vivace, e dunque non si fa mancare quasi nulla del repertorio del bad boy, come ben si sa). Ora sta succedendo con Icardi, poco più che ventenne, il quale peraltro conduce vita tranquilla, tutto casa e campo di calcio. Certo, in casa si dedica (almeno così pare dalle ripetute millanterie mediatiche) ad una robusta attività sessuale con una donna che è la moglie (in via di separazione) di un suo amico, Maxi Lopez. Tutti o quasi si affannano a ripetere (basta leggere i giornali e seguire qualche commento televisivo) che questi sono fatti loro, fatti privatissimi. Salvo poi aggiungere, spesso non richiesti, un ben preciso giudizio morale. Come ho letto acutamente in un blog interista, Bauscia Cafè, è quanto mai opportuna la citazione di “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè: “Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare il cattivo esempio”.
Mi hanno stupito, anche in programmi di commento della Rai (la Domenica Sportiva) vedere giornalisti sportivi ammiccare divertiti all’idea che in fondo sarebbe stato giusto che Icardi, durante la partita di Genova, venisse raggiunto da qualche fallo punitivo, senza fargli troppo male, naturalmente. Moralisti e ipocriti si sono incontrati alla perfezione, senza curarsi minimamente del messaggio che ne deriva. Hanno preso le parti di un uomo, Maxi Lopez, del cui comportamento nei confronti della ex moglie forse sarebbe altrettanto interessante coglierne i tratti a dir poco maschilisti. Fatti loro anche questi, certo. Ma il tutto ha assunto un tono surreale, come se si fosse improvvisamente nel salotto di Maria De Filippi, con un paio di tronisti e una bella donna prosperosa e di indubbia vivacità comunicativa.
Non so se la situazione si placherà rapidamente, me lo auguro di tutto cuore. Per parte mia spero che il giovane talento continui a giocare bene e a segnare splendidi gol, dimostrando con questo un comportamento professionale, l’unico parametro in base al quale, come calciatore, può essere valutato dai tifosi e dagli avversari. Mi auguro che i bambini vengano lasciati in pace e protetti da questa notorietà del tutto ingiustificabile. Penso che il calcio, ancora una volta, si dimostra un grande romanzo popolare, e anche chi in modo snobistico ritiene che si tratti di un fenomeno minore dovrebbe riflettere sui messaggi, anche culturali, che vengono lanciati con troppa facilità. Moralismo bacchettone e tifo settario si sommano e fanno danni. Troppo facile prendersela con Icardi, e magari, nello stesso giorno, trascurare la notizia delle percosse subite dalla moglie di un altro calciatore, di un’altra squadra. Forse è il caso di fermarsi. E di riderci sopra, con ironia e leggerezza.
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