Non profit

La Tobin tax è una soluzione?

Un lettore ci chiede perchè Vita non ha promosso la campagna per l'introduzione della Tobin tax

di Riccardo Bonacina

Sono un assiduo lettore di Vita e ne apprezzo quasi sempre i punti di vista, le chiavi di lettura originali e fuori dal coro. Apprezzo la pluralità di opinioni e il grado zero di ideologia. Qualche volta, però, dissento, per fortuna, o non capisco le vostre scelte. Per esempio, la scelta di basso profilo rispetto a una battaglia di buona parte della società civile italiana, e non solo, quella per l?introduzione della Tobin Tax. Una proposta che conta oltre 150mila firme di appoggio raccolte il tutta Italia dagli attivisti di Attac e di altre associazioni, come Lilliput, e che annovera, se non sbaglio, due proposte di legge già depositate in Parlamento. Perché non avete sposato questa battagli e non suonate tutte le vostre trombe come avete fatto per la difesa della legge 185 sul commercio di armi? Grato per il vostro lavoro, cordiali saluti Tommaso Pesenti, Roma Carissimo Tommaso, le proposte di legge ispirate alla Tobin Tax sono oramai tre: l?ultima, depositata pochi giorni fa e firmata da 90 deputati dell?Ulivo, recepisce, quasi in toto, il testo su cui gli attivisti di Attac hanno raccolto le 150mila firme. E l?idea della Tobin Tax è ormai all?ordine del giorno anche in sede internazionale (se n?è discusso al G8 di Ottawa) e sovranazionale (in sede di Unione europea un ordine del giorno sulla Tobin non passò per una manciata di voti). Riguardo al nostro impegno sulla Tobin Tax, credo di poter dire che davvero non ci siamo sottratti al dovere di informare. Con servizi, opinioni, interviste, anche allo stesso premio Nobel, Tobin. Negli ultimi due anni, con puntualità abbiamo sottolineato tutti i passaggi, anche critici, nel crescere dell?idea della tassazione all?1% di tutte le transazioni finanziarie speculative da destinare allo sviluppo dei Paesi poveri. Il mio personale parere sulla Tobin è che l?idea vale più come provocazione che come soluzione: individuare in questa tassa la soluzione miracolistica per lo sviluppo, come qualcuno tende a fare, equivale a fare esercizio di disonestà intellettuale. E le domande intorno al suo funzionamento sono oggi davvero pesanti. Che senso ha una tassa come la Tobin se prima non si aboliscono i Paesi off shore? La sua introduzione oggi favorirebbe la fuga di denaro e investimenti nei paradisi fiscali. Che senso ha introdurre la Tobin in una sola regione del mondo? Infine, essa varrà anche per i Paesi in via di sviluppo? Insomma, non sarebbe più ragionevole, intanto, che i Paesi ricchi rispettino finalmente l?impegno dello 0,7% del Pil destinato ai Paesi Poveri? Non è questa oggi la vera battaglia? Per ottenere l?adempimento di un impegno solenne di 7 anni fa bisognerà picchettare le sedi dei governi Ocse?


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