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I giudici?Più ciechi di me

Insegnante,politico,giornalista:GiulianoBeltrami era fin troppo"normale"."Vuol negare il suo handicap",ha sentenziato la psicologa,bocciando la sua richiesta

di Giuliano Beltrami

“È cieco, non può adottare un bimbo». «Condannati a restare soli». «La mia adozione impossibile». Così titolavano i giornali il 7 febbraio a proposito dell?adozione negata a me e a mia moglie, Maria Teresa, dal Tribunale per i minori di Trento. Una decisione presa in base alla relazione di una psicologa, dove si legge: «La coppia ha eretto una barriera razionale impenetrabile dai sentimenti, a causa della negazione dell?handicap del marito, il quale nelle attività e nello studio ha sempre dovuto dimostrare che cieco non è». Sono cieco, e dalla nascita. Il fatto che mi sia laureato, che abbia insegnato per 13 anni, abbia preso l?aspettativa per fare il consigliere comunale (e anche l?assessore alle politiche sociali) e che ora faccia il giornalista, nonché il presidente del Consorzio delle cooperative sociali nel Trentino, tutto questo è stato preso dalla psicologa come un semplice iperattivismo messo in atto per negare il mio deficit. Conta poco che mi occupi quotidianamente dei problemi degli handicappati. D?altronde nessuno s?è preoccupato di esplorare il contesto ove mia moglie e io viviamo. Ciononostante mi preme che il nostro caso sia spunto per avviare una riflessione (serena, ma severa) sui problemi dell?adozione e dell?integrazione delle persone con deficit. L?iter da noi percorso è stato umiliante. Dopo una domanda e un colloquio in cui l?assistente sociale ci spiegava che «il tribunale di Trento si sta adoperando perché i tempi della pratica dell?adozione vengano equiparati a quelli di una gravidanza», il tempo della ?gravidanza? è già bruciato in attesa del primo colloquio (da marzo a dicembre ?97) con la psicologa. Altri due mesi per il secondo, svoltosi il 30 gennaio 1998, poi una pausa. La psicologa ci informa che siamo una coppia solida e affidabile, perciò presenterà una relazione (positiva) in fretta. Ma passano quattro mesi e mezzo e nulla accade. Ce ne lagniamo col Tribunale, a metà giugno. Dopo una settimana ci è chiesto di sottoporci a un terzo colloquio. Altri cento giorni, prima che la psicologa presenti la relazione. Il 27 ottobre il Tribunale decide, sulla base di tre relazioni: quelle, positive, dell?assistente sociale e delle forze dell?ordine; quella della psicologa, per due terzi positiva, nell?ultima negativa, per i motivi già detti. Risultato: istanza di adozione respinta. Qui scatta un meccanismo orribile. Arriva il dispositivo della sentenza a casa su una paginetta pre-stampata. Vado al Tribunale per chiedere gli atti. Casualmente un?impiegata mi dice: «Sa di avere dieci giorni di tempo per il ricorso?» «Ma perché non l?avete scritto sulla lettera?». «Perché la legge non lo prevede». Così presentiamo il ricorso, corredato da perizie di psicologi e di una pedagogista, da un documento dell?Unione italiana ciechi di Trento, e attendiamo l?udienza del 28 gennaio. La sentenza dice: «Si propone una perizia tecnica supplementare». Quanto tempo passerà ancora? Insomma: tempi lunghi e burocrazia spingono al contrabbando dei figli. Se questo vuol dire difendere i diritti dei bambini! Io ho ricevuto grande solidarietà, ma anche testimonianze di un?arretratezza culturale da far paura. Ho sentito psicologi dire che una famiglia con un portatore di handicap è segnata dalla sofferenza o che gli handicappati hanno già troppe angosce per adottare un figlio. Un giudice ha detto che non darebbe mai un bambino di sei anni, con un?esperienza dolorosa alle spalle, in adozione a un cieco, portatore di un handicap grave. Non si perde occasione, nei programmi politici, sui mass media, di batterci a parole per l?integrazione dei portatori di deficit e per i diritti dei bambini. All?atto pratico, beh, è tutta un?altra storia. Ingressi controllati Paesi di provenienza dei minori adottati attraverso gli enti autorizzati 1997 Romania:187 India:163 Brasile:59 Bolivia:28 Guatemala:27 Colombia:23 Perù:21 Albania:13 Etiopia:11 Polonia:11 Ecuador:8 Marocco:8 Cile:6 dallaCOLOMBIA nel 1995:289 nel 1997:173(-40%) dall’INDIA nel 1995:204nel 1997:142(-30%)


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