L’Araba Fenice è tornata… e sono guai per tutti!

di Filippo Addarii

Eccomi di ritorno. Scusatemi per il prolungato silenzio ma ho dovuto gestire la mia transizione professionale in questi ultimi mesi. Hanno cercato di affondarmi nel momento di debolezza ma, sfortunatamente per i miei avversari, sono di nuovo a cavallo equipaggiato con un arsenale ancora più fornito, e risolunto più di prima ad arrivare fino in fondo.

Forse questo non suona in sintonia con la rivista che pubblica il mio blog e con la sensibilità dei suoi lettori, ma questo non è più un mio problema. Dopo quasi dieci anni di lavoro nel cosidetto terzo settore mi sono reso conto dei suoi limiti nel trasformare la società; soprattutto delle limitate capacità cognitive delle sue leve storiche di capire come la società si sta trasformando e quali strategie d’intervento siano necessarie per controllare il processo. Il buon cuore non basta a garantire la giustizia sociale. E probabilmente non si tratta di garazie, ma di condurre la società verso nuove frontiere di sviluppo in cui la giustizia è sinonimo di prosperità.

La mia conclusione è semplice: il terzo settore deve bruciare e rinascere dalle proprie ceneri come l’Araba Fenice o restare per sempre una componente marginale della società e dell’economia.

Questa è la lezione che ho tratto lasciando Euclid Network, l’organizzazione che ho fondato nel 2007 per connettere i leader del terzo settore in Europa. Ho dovuto abbandonare Euclid a mio malincuore perché i membri fondatori, le organizzazioni di professionisti che mi avevano permesso di creare il network, non riuscivano più a tenere il passo del processo innovativo che, con tanti altri, stiamo conducendo in Europa.

Così da ottobre sono alla Young Foundation dove ho trovato le risorse e l’ambiente culturale adeguato per continuare il mio lavoro. Simon Wilson, ex dirigente di Cisco e braccio destro di Gordon Brown al Ministero del Tesoro, mi ha convinto a seguirlo nella fondazione che per prima a portato a Bruxelles l’agenda sull’innovazione sociale, e mi ha dato carta bianca per sviluppare la nuova strategia internazionale della fondazione. Insieme vogliamo tornare alle origini della visione di Michael Young, il padre spirituale, e fare dalla Young Foundation il pioniere di processi innovativi che definiscano le nuove forme di sviluppo sociale ed economico in Europa e nel resto del mondo.

A causa del cambiamento ho perso qualche posizione a Bruxelles. Ho dovuto lasciare le mi varie funzioni di consigliere che avevo conquistato con il cappello di Euclid, e la fazione conservatrice nella Commissione ha trovato dei cavilli burocratici per farmi uscire dal gruppo di esperti del Commissario Barnie.

D’altra parte quando delle porte si chiudono delle nuove si aprono. Questo è il bello della vita degli avventurieri. Così  sono emerse nuove opportunità sia a Bruxelles che Italia, e nuovi alleati inaspettati si sono rilevati.

Quindi tenetevi forte. Si ricomincia a volare.

 


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