Per la prima volta nella storia degli Stati uniti sarà decisivo il voto dei Latinos, ovvero quella compagine silenziosa composta da ben 47 milioni di cittadini Usa di origine ispanoamericana, che pure rappresentano lo zoccolo duro dell’economia americana. Prima di queste elezioni , infatti, la maggior parte di loro non si era mai registrata alle urne, vuoi per scelta vuoi perché, essendo milioni di loro illegali, non potevano farlo. Ma adesso le cose sembra andranno diversamente e il prossimo inquilino della Casa Bianca molto probabilmente anche loro dovrà ringraziare. Innanzitutto per una questione numerica. E’ di qualche mese fa la notizia che proprio gli ispanoamericani sono diventati il gruppo etnico, bianchi esclusi, più numeroso negli Stati Uniti, il che rappresenta uno dei cambiamenti più incisivi della società americana contemporanea. Secondo alcuni analisti politici i latinos che si sono registrati per scegliere in queste ore tra il repubblicano John McCain e il democratico Barak Obama saranno 12 milioni. Altri esperti, invece, più cauti, stimano un’affluenza di latinos alle urne pari a 9,2 milioni. Dovunque si posizionerà in questa “forchetta”, comunque la loro partecipazione alle presidenziali Usa sarà di gran lunga superiore a quella del 2004, quando furono appena 7,6 milioni a “scendere in campo” alle presidenziali di cui il 60% appoggiò il candidato democratico John Kerry.
Entrando più in dettaglio in base ai dati di Democracia U.S.A., organizzazione apartitica che si batte per incrementare l’impegno civile degli ispanici diffusa su tutto il territorio statunitense, rispetto a quattro anni fa il numero dei latinos registrati per andare a votare è cresciuto di oltre il 20 per cento in California e nello stato di New York, dell’11% in Nevada, del 10% in Pennsylvania, del 6% in Florida e nel New Jersey e del 2% in Arizona, lo stato dove McCain è stato eletto al Senato. Un incremento, sia in percentuale sia in valore assoluto, che per il candidato repubblicano potrebbe rappresentare uno svantaggio se saranno confermate le intenzioni di voto di questo gruppo etnico raccolte dalla CNN. La scorsa settimana un sondaggio del network televisivo di Atlanta ha infatti mostrato che il 65 per cento dei latinos che risiedono legalmente e, che, dunque possono votare negli Stati Uniti, appoggia Obama, contro un misero 30% che preferisce McCain e perfino un 5% di indecisi. Naturalmente si tratta solo di sondaggi che, tuttavia, indicano un malessere nei confronti della candidatura di McCain da parte dell’elettorato ispanico, anche di quello conquistato negli anni scorsi da George W. Bush grazie alla proposta di riforma migratoria bipartisan che avrebbe legalizzato gran parte dei latinos clandestini. Promossa nel 2006 assieme al democratico Edward “Ted” Kennedy dallo stesso McCain, la riforma è abortita dopo essere stata abbandonata da quest’ultimo per raccogliere attorno a sé l’appoggio della destra repubblicana alle primarie. Le priorità degli ispanici, tuttavia, sembrano essere altre. Secondo un recente rapporto della NALEO, la National Association of Latino Elected and Appointed Officials, organizzazione che promuove la partecipazione nella politica statunitense, per i latinos più importante della questione migratoria nella scelta del prossimo presidente saranno l’economia, il lavoro, la copertura sanitaria e la guerra in Iraq.
Che il voto dei latinos possa essere decisivo per la vittoria l’hanno capito bene entrambi i candidati alla Casa Bianca che proprio su questo “target elettorale” hanno puntato con maggior insistenza soprattutto in chiusura di campagna. Una settimana fa Obama ha diffuso online una serie di messaggi elettorali in cui, parlando spagnolo con un lieve accento inglese, si rivolge direttamente ai latinos puntando sui temi di loro maggior interesse, a cominciare da economia, lavoro e sanità. “Condividiamo un sogno”, dichiara con slancio il candidato democratico guardando dritto dentro la telecamera, “che lavorando duramente la tua famiglia possa trionfare, che se quando ti ammali tu abbia un’assicurazione sanitaria, che i nostri figli possano avere una buona educazione, ricchi o poveri che siano. Questo è il sogno americano e chiedo il tuo voto non solo per me e per i democratici, ma per lasciare a te e ai tuoi figli questo sogno”. Un messaggio ufficiale forte, indirizzato esclusivamente all’elettorato ispanoamericano visto che è stato registrato in spagnolo e fatto rimbalzare sul web tramite Youtube dal gruppo democratico Latinos4Obama. Se sarà servito a convincere i latinos a votare per i democratici in una percentuale più elevata che nel 2004 e a conquistare stati decisivi come il Nevada, la Florida, il Colorado e il New Mexico lo sapremo tra meno di 24 ore.
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