Il Concordato firmato ieri tra Papa Benedetto XVI e il presidente brasiliano Lula non rappresenta un “privilegio” per la Chiesa Cattolica. Ha risposto così oggi ad alcuni dubbi espressi da illustri esponenti della politica verde-oro in merito alla divisione tra Chiesa e Stato e sulla laicità di quest’ultimo la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) attraverso una nota firmata dal suo presidente, Dom Geraldo Lyrio Rocha.
Nel blog di José Dirceu, già ministro della Casa Civil ed ex guerrigliero in esilio durante la dittatura militare, ieri si chiedevano infatti dei chiarimenti in merito all’accordo sullo status giuridico della Chiesa, firmato ieri in Vaticano.
“L’accordo non concede privilegi alla Chiesa Cattolica né fa alcuna discriminazione verso le altre confessioni religiose”, ha precisato la nota della CNBB. Il Concordato tra Brasile e Vaticano, su cui le due parti lavoravano dal settembre del 2006 partendo da una bozza di accordo proposta della Santa Sede, “permetterà il pieno sviluppo della missione apostolica e pastorale della Chiesa Cattolica”, ha dichiarato il nunzio apostolico a Brasilia, Mons. Lorenzo Baldisseri.
Contemporaneamente, per dissipare ogni dubbio sulla trasparenza, il ministero degli Esteri brasiliano ha pubblicato sul suo sito i 20 articoli dell’accordo e che possono essere letti (in portoghese) qui.
Certo è che il Brasile è il paese cattolico più popoloso al mondo e, come ha riconosciuto qualche mese fa il cardinale brasiliano Dom Paulo Hummes, la Chiesa Cattolica guarda con preoccupazione “all’attivo proselitismo delle sette neopentecostali”.
Secondo voi, lettori di Latinos, esiste un nesso tra queste preoccupazioni e il Concordato firmato ieri, oppure da quest’accordo trarranno vantaggio anche tutte le altre confessioni religiose presenti in Brasile? E ancora, quali sono le differenze tra una religione e una setta?
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