Mondo

Comunisti di tutto il mondo unitevi. A San Paolo

di Paolo Manzo

In barba a tutti coloro che pensano che comunisti e operai siano solo un vecchio ricordo il Brasile spalanca senza pregiudizi le porte al meglio dell’ortodossia leninista mondiale. Si è infatti aperto venerdì a San Paolo, considerata la capitale economica e finanziaria del paese verde oro, il decimo meeting internazionale dei Partiti comunisti e operai, il primo organizzato fuori dai confini europei. E il paradosso vuole che ad ospitare i lavori sia proprio una metropoli che è il tempio stesso del capitalismo più estremo, con i suoi 19 milioni di abitanti divisi tra una ristretta élite di paperoni e una bella fetta di povertà estrema circoscritta in “recinti” di nome favelas. Il congresso appena inaugurato è comunque un tripudio dei valori più tradizionali del comunismo, segno che forse come un cavallo di Troia sia possibile parlare di crisi del capitalismo dal di dentro di uno dei suoi cuori pulsanti. Sotto gli inossidabili segni della falce e del martello in questa tre giorni leninistain primo piano è ovviamente la crisi economica mondiale che è stata già definita come non solo una crisi a se stante ma una mutazione profonda che mette definitivamente in discussione, a detta dei partecipanti, il modello capitalista. E questo è il secondo paradosso perché sempre il Brasile che ospita il congresso e che è guidato, non dimentichiamolo, dal Presidente operaio Lula, ha in realtà vissuto molto di striscio l’attuale crisi con ripercussioni per il momento ancora lievi nella vita quotidiana dei consumatori. Anzi, con una crescita annuale del 6% il gigante dell’America Latina, come è stato soprannominato, appare sempre più chiaro nella sua posizione di paese del futuro insieme a Cina ed India. È dunque in questo contesto che del pianeta non solo rispecchia ma addirittura anticipa gli scenari globali che hanno preso e continuano a prendere la parola esponenti del comunismo provenienti da tutte le parti del mondo visto che sono circa una sessantina i paesi rappresentati. Oltre ai comunisti brasiliani che fanno ovviamente gli onori di casa, tra gli ospiti si contano tra le altre delegazioni cinesi, il cui partito quest’anno compie 60 anni, il cubane, vietnamitee russe. A rappresentare l’Italia il Pdci e Rifondazione Comunista.

L’obiettivo comunque è uguale per tutti: dare nuova linfa e vigore alla forza del movimento comunista, che dalla caduta dell’Unione Sovietica e del Muro di Berlino cerca di trovare una nuova identità.

Una curiosità. Tra i partecipanti figurano anche i membri del partito statunitense che ancora festeggiano la vittoria di Obama da loro pienamente appoggiato. Un simbolo, per ammissione degli stessi delegati, delle battaglie “contro le devastazioni dell’amministrazione Bush”.

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