Cultura
Sentinelle: Martin, Chiesa per opzione preferenziale poveri
Secondo il rappresentante vaticano all'Onu "bisogna investire di più sulle persone ed attaccare le cause dell'esclusione sociale". Critiche agli Usa
Dal nostro inviato a Firenze.
?Sui temi della globalizzazione la Chiesa ripropone l?opzione preferenziale per i poveri?,lo ha detto monsignor Diarmuid Martin, rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenendo stamani all?incontro sulla globalizzazione delle Sentinelle del Mattino.
Il vescovo irlandese ha precisato che per superare gli squilibri attuali ?occorre investire sulle persone? così come ?attaccare in maniera aggressiva le cause dell?esclusione?, definendo la povertà come ?l?impossibilità di realizzare le capacità che Dio ha dato a ogni uomo?.
Martin ha ricordato in termini molto duri tutte le ingistizie create dalla globalizzazione che si va affermando, a cominciare dalla ?idolatria economica?, spesso rafforzata anche dalla protesta ?che induce a pensare che tutto debba risolversi in termini puramente economici?. “In un mondo in cui la longevità è ormai la norma”, ha aggiunto, “ci sono almeno 12 Paesi africani nei quali, nell’ultimo decennio, la speranza di vita è scesa da 50 a 40 anni”.
Il rappresentante vaticano ha invece ricordato come ?la Dottrina sociale cattolica punti allo sviluppo integrale della persona? e che tutta l?azione della Chiesa ?miri a riportare l?uomo al centro?.
Martin ha anche usato termini duri verso ?il business del settore privato?. ?Leggo che gli Stati Uniti hanno un interesse crescente verso l?Africa?, ha detto, ?ma solo perché questo è un continente ricco di petrolio e da cui importano già il 10% del loro greggio. Non è questo il tipo di solidarietà che vogliamo?.
E parlando di global governance, Martin ha ricordato che ?le regole uguali per tutti, come quelle del Wto, non servono se, ad ogni conflitto commerciale, gli Stati Uniti possono schierare al tavolo oltre 100 avvocati, avendo sempre la meglio sui piccoli Paesi?.
(segue)
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