Politica

Libera stampa in libero Stato/2

di Riccardo Bonacina

Alcuni lettori chiedono: “Ma Vita non è preoccupata dei tagli all’editoria non profit di cui tanti parlano, da Il Manifesto a Liberazione (a voce altissima) sino a tutte le altre centinaia di testate che attraversano gli schieramenti culturali e politici?” La risposta è no, lo ribadiamo per l’ennesima volta. Il motivo è semplice, Vita, come dice un nostro slogan, produce “Notizie senza scopo di lucro”, ma lo fa senza oneri per lo Stato.

Detto questo sono opportune almeno una premessa e due puntualizzazioni. La premessa: ovviamente non siamo insensibili alla crisi di molte testate, come si dice: ogni voce che si spegne è una ferita inferta al pluralismo delle voci in un panorama già povero, anzi, poverissimo.

Le precisazioni. La prima. Non profit non significa produttori di deficit, produttori di lavoro aleatorio, produttori di giornali fantasma. Non profit significa fare imprese solide in cui gli eventuali utili non siano distribuiti tra soci ma completamente  reinvestisti nell’impresa. Da questo punto di vista la campagna di tanta stampa di sinistra è vero abbaglio culturale e linguistico.

La seconda. Ora, se è vero che l’articolo 44 del decreto legge 122, intitolato «Semplificazione e riordino delle procedure di erogazione ai contributi all’editoria» contiene una nuova sforbiciata ai contributi statali per l’editoria. Su 589 milioni di euro, di 87 milioni nel 2009 e 100 nel 2010 (vd. mio precedente post), è vero anche che scorrendo la lista delle quasi trecento testate finanziate c’è da rimanere interdetti. Fate voi stessi l’esperienza (stanziamenti ed erogazioni del 2006).

Oggi Piero Sansonetti, direttore di Liberazione (organo di Rifondazione Comunista) e ospite fisso di Bruno Vespa, ha detto: ”Questo regolamento vede una riduzione del finanziamento pubblico in varie forme e prevede che sarà erogato di anno in anno sulla base delle disponibilità decise dal ministro del Tesoro. Ciò rende i giornali alle dipendenze del ministro del tesoro”. Ora non solo Sansonetti dovrebbe spiegare questo sofisma, perchè sei i soldi sono tanti i giornali assistiti non dipendono dal Tesoro e se i soldi sono pochi i giornali dipendono dal Tesoro? Dovrebbe anche spiegare come sia possibile che Liberazione prenda 3,72 milioni di euro dallo Stato (dato 2006) e pesi sulle casse del Partito della Rifondazione Comunista (proprietario dell’editrice MRC srl) sul patrimonio per – 833mila euro (bilancio 2005 del Partito). Partito che nei confronti della società editrice di Liberazione alla data del 31 maggio 2006 vantava un credito di euro 1.726.689 cui ha rinunciato.

Il risultato di tutto questo? Distribuire 8.000 copie e una redazione in stato di agitazione. Ovviamente il caso di Liberazione non è davvero il peggiore tra le 300 testate finanziate dallo Stato.


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