Welfare
Mafia. “Volevano uccidere Lumia”. Parla un pentito
Nel mirino di Cosa Nostra l'ex presidente della commissione Antimafia Giuseppe Lumia, oggi deputato dei Ds, secondo il pentito Nino Giuffré. Trenta arresti in corso a Palermo
Nino Giuffré, numero due di Cosa nostra, collabora con la giustizia. Il capomafia di Caccamo è stato ascoltato dai magistrati della Dda di Palermo. Durante i colloqui il boss ha parlato di un gesto eclatante: l’omicidio di un uomo simbolo delle istituzioni. “Dovevamo uccidere l’onorevole Lumia – ha detto Giuffré ai magistrati – tutto era pronto”. Ma il piano del numero due di Cosa Nostra e di Provenzano che prevedeva l’omicidio di Giuseppe Lumia (ds), ex presidente dell’Antimafia non è stato portato a termine. “Lumia – continua Giuffré – che è persona onestissima e questo ve lo dico io che che sono dell’altra spiaggia. Era un martello pneumatico, sempre contro di noi. Provenzano si lamentava delle riunioni che Lumia faceva a Corleone o nei paesi più piccoli e per questo andava ucciso”. “Abbiamo valutato il danno che avrebbe portato questo omicidio e ci siamo fermati – spiega Giuffré – Poi non c’era la volontà di Dio e secondo me non se lo meritava di morire”. Una delle persone che avrebbe fatto parte del comando era Giuseppe Rizzo, ora in arresto. Le armi invece sarebbero arrivate da Palermo e le avrebbe procurate Dominico Virga, in cella dalla settimana scorsa. L’omicidio, secondo il boss, sarebbe dovuto avvenire nel periodo vicino alle elezioni politiche”.
L’ex presidente dell’Antimafia, di fronte alle confessioni che lo hanno indicato come possibile obiettivo delle cosche, sostiene di essere “particolarmente sereno” e determinato nel continuare la lotta contro le collusione tra mafia e politica. Ma Lumia ha parole aspre contro il sistema di sicurezza nei confronti di chi combatte la mafia: “Il dir poco inadeguato sistema di sicurezza cui sono sottoposti quanti sono impegnati nella lotta alla mafia dovrebbe essere prioritario per tutte le istituzioni”.
Le dichiarazioni del boss hanno portato a 29 provvedimenti di arresto eseguiti dai carabinieri. Oltre ai 14 provvedimenti cautelari eseguiti questa mattina, le indicazioni di Giuffré hanno portato gli inquirenti nelle scorse settimane sulle tracce di altre 15 persone, tutte, secondo le parole del boss, future vittime di vendette mafiose o di sicari a disposizione delle cosche.
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