Sulla loro pagina Facebook si definiscono “la prima squadra dilettantistica a essere formata esclusivamente da giocatori africani”. Ma la Asd Koa Bosco, squadra di calcio che disputa il campionato di Terza Categoria calabrese è molto di più. Una trentina di ragazzi amanti del calcio che vivono a Rosarno*, in provincia di Reggio Calabria. Nel paese, che nel gennaio 2010 fu teatro della rivolta dei braccianti stranieri contro lo sfruttamento e i “caporali”. Vengono da Burkina Faso, Senegal, Mali, Ghana, alcuni di loro sono scappati per motivi politici, altri sono semplicemente alla ricerca di un futuro migliore. A metterli insieme è stato don Roberto Meduri, parroco della chiesa di Sant’Antonio di Padova della frazione Bosco di Rosarno con il contributo della Caritas e della Viola Reggio Calabria che ha fornito le prime divise.
La squadra di calcio è una della facce del progetto “Uniti oltre le frontiere” che punta al riscatto sociale degli immigrati della Piana di Gioia Tauro attraverso la formazione e lo sport. Un gruppo formato da ragazzi africani non solo in campo ma anche in panchina e dietro la scrivania. Migranti sono infatti anche il massaggiatore, gli addetti alle pubbliche relazioni, il preparatore atletico. Di italiano oltre al segretario e al preparatore dei portieri ci sono il direttore generale Domenico Bagalà e l’allenatore Domenico Mammoliti, studente di teologia e prossimo diacono Una squadra che dopo le difficoltà iniziali sta conquistando gli abitanti di Rosarno. Che dall’ostilità e dalla diffidenza stanno passando alla simpatia. Un primo passo per una squadra che gioca con la maglia giallo verde ( i colori africani), ma che porta sulla divisa i profili del Continente Nero e della Calabria, due mani una bianca e una nera in preghiera. Il prossimo appuntamento sarà allo Stadio Giovanni Paolo II di Rosarno, non molto lontano da dove quasi 4 anni fa scoppiò la rabbia. Il calcio fa miracoli. A volte.
*Aggiornamento – Come ha segnalato gentilmente Domenico Bagalà, direttore generale della Asd Koa Bosco, dopo essersi allenati prima a Palmi, la squadra attualmente svolge le sue sedute a San Ferdinando, dove il comune e l’omonima società calcistica hanno concesso l’uso della struttura sportiva. Le partite della squadra invece si giocheranno in diverse città della provincia di Reggio Calabria “per dare il nostro segnale d’integrazione” come scrive Bagalà.
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