Volontariato

#gdb2012, 50 sfumature di welfare

di Giulio Sensi

Due giorni a Bertinoro, seguendo una task force “per definire nuovi modelli e proposte per uno Sviluppo Umano Integrale”. Si è parlato di tante cose e di welfare in senso molto allargato. Ho catturato, in compagnia di diversi amici e colleghi, le idee in un centinaio di tweet. Ce ne sono altre di altri relatori altrettanto, e più, interessanti. Mi è capitato di ascoltare queste. 

#WELFARE

Servono reti intersettoriali e meno cultura degli accordi strumentali. Siamo tutti buoni, ma andiamo a trattare con gli assessori da soli – Luca Fazzi

Tre obiettivi per un nuovo welfare: integrare il finanziamento pubblico, sviluppare welfare territoriale, promuovere innovazione – Cristiano Gori

I nidi aziendali si possono sviluppare molto dove ci sono grandi imprese, ma l’Italia è un Paese di Piccole e medie imprese – Cristiano Gori

Sul sociale si lavora con la retorica invece che con i dati, la legge di stabilità ne è ennesima conferma – Cristiano Gori

Come riusciamo ad avere uno sguardo nuovo ed essere protagonisti all’interno del modello delle convenzioni? Roberto Museo (CSVnet)

L’Italia non è all’altezza, ha speso solo il 25% delle risorse del fondo europeo. Ditelo alle Regioni. – Gianni Pittella

Il welfare locale è sempre meno comunale, il quadro normativo sollecita la dismissione e il personale è in calo – Francesco Montemurro (Ires)

Nella transizione dal welfare state alla welfare society, i soggetti del terzo settore diventano “fondamentalissimi” – Stefano Zamagni

#ECONOMIACIVILE

In un anno di crisi le imprese sociali sono cresciute quasi del 4% – Alberto Valentini (Unioncamere)

Costituiremo una SEC (Scuola di Economia Civile) a livello nazionale. Serve pensiero pensante – Stefano Zamagni

La mano invisibile funziona solo in un mercato civile – Stefano Zamagni

Per uscire dalla crisi serve un grande piano di investimento pubblico finanziato con eurobond – Gianni Pittella

Nel terzo settore sono ancora troppi sono coloro che continuano a concepirsi come rimedio. Ma è finito quel tempo – Stefano Zamagni

Smettiamo di chiamarlo Terzo Settore (arrivare per terzo non piace a nessuno) – Stefano Zamagni

L’austerità è ridicola, occorre ridurre l’area della rendita con provvedimenti legislativi e di altro tipo – Stefano Zamagni

In Italia non c’è sviluppo perchè la quota di rendita è il 33% del Prodotto Interno Lordo – Stefano Zamagni

La crescita dimensionale del terzo settore non si accompagna a migliore qualità del credito – Giorgio Gobbi (Banca d’Italia)

Il 2012 è stato il primo anno che l’impresa sociale ha perso lavoratori, ma tiene meglio delle altre imprese (-1,2%) – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Solo due settori dentro l’impresa sociale hanno segno positivo per il lavoro: servizi informatici e telecomunicazioni e aggregato di altri servizi alle imprese – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Nel nordest le imprese sociali tengono meglio, vanno male invece al sud – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

#EROIDELWELFARE

Per il terzo settore stiamo vivendo una stagione straordinaria opportunità – Mauro Magatti

I pensionati: c’è un’ intera fase della vita che non si sa come collocare. Occorre una forte iniziativa del terzo settore – Mauro Magatti

Nella scuola italiana succedono cose belle perchè ci sono degli eroi in un contesto disastrato – Mauro Magatti

Abbiamo estremo bisogno di un’arte: la capacità di cooperare – Mauro Magatti

Fortunati quelli che in tutto quello che sta succedendo mantengono il senso di quello che fanno – Mauro Magatti

Il terzo settore potrà avere un ruolo molto rilevante se uscirà dalla riserva e diventerà pensiero diffuso potrà – Mauro Magatti

Essere soltanto dipendenti dalla solidarietà familiare rende molto disuguali nella possibilità di ricevere cure appropriate – Chiara Saraceno

 

#PARLIAMODICOSENUOVE

Dobbiamo allargare l’orizzonte temporale in cui prendere le decisioni come individui e come collettività – Enrico Giovannini (Istat)

Continuiamo a parlare del welfare secondo i paradigmi del vintage e del bricolage – Massimo Campedelli

Conciliazione non riguarda solo la presenza di bambini piccoli, ma sempre di più la non autosufficienza – Chiara Saraceno

Cambiare il modello di economia e società richiede uno sforzo ampio che si scontra con il ruolo dello stato etico – Enrico Giovannini (Istat)

Stabilizzare il 5×1000, semplificare la legislazione, accorciare i tempi di pagamento della PA, facilitare il credito – Gianni Pittella

I media hanno risaltato poco la batosta presa dal Sud per quanto riguarda l’occupazione – Laura Linda Sabbadini (Istat)

Abbiamo mutuato modelli e forme dal profit e non abbiamo avuto il coraggio di giocare una partita diversa, iniziamo a giocarle – Giuliano Poletti (Legacoop)

Un dato è certo, aumenterà la vulnerabilità dei soggetti più marginalizzati del nostro Paese Laura Linda Sabbadini (Istat)

Associazionismo e volontariato crescono, ma la distribuzione per il 65% è concentrata al nord, i problemi sono al sud – Laura Linda Sabbadini (Istat)

Il grado di civiltà di un Paese si vede dai servizi di cura, non sempre i governanti ci sentono – Chiara Saraceno

#LIBERIAMOILAVORO

Il 28% delle assunzioni del 2012 nelle imprese sociali riguardano persone laureate, il doppio del resto dell’economia – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Nell’impresa sociale crescono solo due settori, servizi informatici e telecomunicazioni e altri servizi alle imprese, bene sport e benessere – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Nell’impresa sociale si assumono principalmente donne, giovani e immigrati – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Nelle imprese sociali crollano i contratti a tempo indeterminato, prevalenza tempi determinati, molto più del resto dell’economia (60%), perchè la prospettiva è più incerta – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

La crescita costante e consolidata nelle imprese sociali riguarda alcune categorie professionali, quelle con alto valore aggiunto – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Impresa sociale: fenomeno di “terziarizzazione interna”, si assumono funzioni organizzative, gestionali e manageriali – Claudio Gagliardi (Unioncamere)

Il contributo delle cooperative al mercato del lavoro sono fondamentali in un periodo di crisi – Carlo Borzaga

Il costo del lavoro è cresciuto il doppio nelle cooperative rispetto alle società per azioni che scaricano sul sistema con gli ammortizzatori sociali – Carlo Borzaga

Il lavoro in cooperativa è organizzato in modo da essere concepito più “equo” dai lavoratori (chiarezza obiettivi, procedure, impegno, fiducia create negli altri) – Carlo Borzaga

Il lavoro è meno precario se esiste un rapporto fiduciario fra impresa e lavoratore – Carlo Borzaga

Le cooperative facciano diventare soci i lavoratori per tutelarli di più – Carlo Borzaga

Uno dei pochi settori in crescita è quello dei servizi alle famiglie, soprattutto donne immigrate badanti – Laura Linda Sabbadini (Istat)

L’incremento dell’occupazione femminile riguarda solo le over 50 (+3%) su questa dinamica incide la riforma pensionistica – Laura Linda Sabbadini (Istat)

E’ diminuita l’occupazione femminile (più di 100.000 posti), ma c’è anche un calo qualitativo del lavoro e delle mansioni – Laura Linda Sabbadini (Istat)

In Olanda media di 10 ore settimanali di cura. In termini di lavoro nel 2050 sarebbero 860.000 posti part time – Chiara Saraceno

Si è perso il nesso fra il lavoro e il risultato del lavoro, manca relazione tra chi fa e l’esito del fare – Giuliano Poletti (Legacoop)

Riparliamo dei contratti, non per mettere mano ai diritti, ma per aggiornarli ai tempi – Giuliano Poletti (Legacoop)

La sfida è passare dal lavoro liberato al lavoro liberante – Stefano Zamagni

Postilla: sono meno interessanti del ragionamento di senso compiuto di chi le ha pronunciate,

ma forse vale la pena farle girare.

Buona domenica.

 

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