Il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone rende noti i costi del programma di “social tv” Mission che verrà trasmesso il 4 e l’11 dicembre su Rai Uno e realizzato in collaborazione con l’Unhcr e Intersos. 400.000 euro a puntata –ma i preventivi sono ancora allo studio-, a cui aggiungere i costi di produzione. Più o meno la stessa cifra che serve confezionare un programma di intrattenimento “qualunque”.
Li riporta Leone in un’intervista uscita su Prima Comunicazione da cui si apprende anche quanto guadagneranno i VIPs: 700 euro al giorno, 10.000 euro circa in totale per i quindici giorni impiegati nell’avventura. Cachet molto più bassi rispetto a quelli che di norma prendono questi personaggi per apparire in televisione (ma quanto vengono pagati?), come ebbe a ricordare il capostruttura Rai Antonio Azzalini al programma di Radio 24 “Nessun luogo è lontano” a cui partecipò anche “L’involontario”.
Oltre al Sud Sudan, dove lo scorso anno vissero la tremenda avventura Barbara De Rossi e Michele Cucuzza, fra le martoriate zone che faranno da “set” a Mission ci saranno il Congo, la Mauritania, la Cisgiordania e il Mali.
Confermata la presenza di Albano con le due figlie ventenni Cistel e Romina Jr, così come quella di Emanuele Filiberto di Savoia, Candida Morvillo e Francesco Pannofino, l’attore e doppiatore protagonista della geniale serie televisiva “Boris”. E dai dai dai Mission ce l’ha fatta, e c’è ancora una coppia in via di definizione. Di più non si sa se non che Mission nasce con un piede dentro ed uno fuori dalla Rai, essendo prodotto in collaborazione con la Dinamo Italia dell’ex manager di Sky Tullio Camiglieri.
Ma Leone precisa: “non mi meraviglierei se la loro presenza in studio venisse contrattualizzata in modo coerente e che quelle cifre, pur modeste, possano diventare oggetto di una beneficienza personale”. Frase che si presta a diverse interpretazioni, fra cui quella che, per rientrare del misero cachet di 700 euro al giorno, la Rai verserà cifre ben più consistenti per la presenza in studio del VIP, il quale poi potrà decidere anche di girarle in “beneficienza”.
Nel frattempo le critiche al programma non si placano ed oggi hanno travalicato i confini nazionali con la presa di posizione della Federazione Internazionale della Croce Rossa.
“L’obiettivo dichiarato di questo programma – scrivono in una lettera Bekele Geleta, Segretario Generale FICR, e Francesco Rocca, Presidente Nazionale CRI – è di documentare l’esperienza di celebrità italiane che vivono la vita di operatori umanitari nei campi profughi in diversi paesi africani“.
“La nostra posizione è che un reality show, un formato ben noto per spettacolarizzare i problemi piuttosto che riflettere sulle loro cause e sulle soluzioni possibili, rischi di trasformare le tragedie umanitarie in fiction, la sofferenza in intrattenimento, la dignità umana in gioco. Anche se l’obiettivo dell’iniziativa è quello di creare consapevolezza, il rischio che ciò diventi un’opportunità per aumentare gli ascolti tv a spese della dignità delle persone è semplicemente troppo alto, in maniera inaccettabile“.
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