Lontano dai palazzi delle capitali oggi il mondo vive e sperimenta le più belle innovazioni: dai territori, dalle buone pratiche, arrivano i segni del cambiamento che è in corso, nonostante nei media prevalga la rappresentazione dei blocchi al cambiamento stesso più delle energie che devono essere liberate. Anche mediatica è stata l’azione che ha incendiato la Primavera araba fra il 2010 e il 2011, cambiando la geografia di un pezzo importante e vasto di mondo: i social network, e i media globali come Al Jazeera, hanno amplificato i fatti che accadevano nelle grandi città e nelle periferie del mondo. Forse non sbagliamo a dire che da quel momento c’è stata un’attenzione più seria del giornalismo mondiale a leggere la portata globale dei fatti quando nascono e si amplificano in un territorio circoscritto.
Negli ultimi anni è cresciuta una sensibilità dei grandi media a riportare le storie positive, storie di cambiamento, e a raccontarle con la consapevolezza che rappresentano dei segni per un territorio molto più vasto di quello in cui si svolgono, ma anche della piattaforma in cui vengono raccontati. I social network hanno accelerato questi processi, se non proprio determinati, e la deriva della politica li ha resi più brillanti nell’opacità dei valori respirati nel linguaggio pubblico.
Forse nessuno riesce in Italia ad interpretare in maniera profonda i processi e i cambiamenti della società dell’informazione come Luca De Biase. Giornalista del Sole 24 Ore, fondatore di Nova24, presidente della Fondazione Arhef, centro di ricerca sulla qualità dell’informazione nei media social. Nel suo ultimo libro “I media civici”, uscito per la collana Vita-Feltrinelli, racconta i più interessanti, e problematici, cambiamenti che bruciano sotto la cenere della mediasfera. Con un’attenzione ai luoghi e agli spazi dove “l’informazione di mutuo soccorso” si manifesta.
“Azioni, informative e operative, molto circoscritte hanno oggi un grande potenziale di efficacia -scrive De Biase-, Nel contesto globalizzato, un cittadino che riprende l’inquinamento del suo fiume o del suo mare, un ragazzo che protesta contro un sopruso, una madre che chiede giustizia, un cugino che registra i fatti, sono azioni confinate a livello locale, ma se sono immerse in un’efficiente sistema di connessione, possono crescere fino a diventare davvero grandi senza abbandonare la loro sostanza minimalista. Purchè si veda che nel corpo dell’azione esiste il suo contenuto di informazione, purché nella materia del territorio si legga il contesto che le conferisce senso, purché nella sua concretezza storica si riconosca la prospettiva che disegna. Purché, insomma, la rete sociale possa riconoscere il fatto e moltiplicarne la conoscenza”.
Questi processi che abbiamo qua modo di accennare appena, influiscono pesantemente anche su quella che comunemente definiamo comunicazione sociale e che sperimentiamo ogni giorno come giornalisti, comunicatori e attivisti dell’impegno civile, del terzo settore e del volontariato. Il Centro Nazionale per il Volontariato da 3 anni ha rilanciato, con momenti di approfondimento e corsi di formazione, un dialogo sulla comunicazione sociale.
Per il Festival del Volontariato 2014 proponiamo il tema della comunicazione decentrata: il passaggio dall’informare al raccontare (vedi l’articolo di Riccardo Bonacina su Volontariato Oggi, numero 2-2013) chiama le organizzazioni de “la buona Italia” a modificare i propri paradigmi di comunicazione, puntando sulla narrazione di storie piuttosto che sulla trasmissione asettica e autoreferenziale di proprie informazioni; puntando sulla valorizzazione di quello che accade nei territori, senza enfasi eccessive, ma con concretezza e in maniera “calda”; puntando su alleanze di reciprocità -informazione di mutuo soccorso per dirla con De Biase- che trasformi lo spargere al vento di informazioni che non attecchiscono nella mediasfera in processi di coinvolgimento, cambiamento e narrazione innovativi.
“La comunicazione decentrata – ogni periferia è un centro” è il titolo del convegno che si terrà sabato 12 aprile al mattino al Real Collegio di Lucca. Ci sarà anche Luca De Biase e insieme a lui altre voci importanti come Riccardo Bonacina, Donata Columbro e Andrea Volterrani. Vuole essere un tassello in più in un percorso collettivo di crescita.
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