Chissà se la busta arancione con le previsioni della pensione ti farà solo disperare: magari scoprirai che fa anche bene che qualcuno ti dica le cose come stanno. Anche se sei super tutelato dal punto di vista lavorativo, vai sicuro che qualche motivo di preoccupazione ce l’avrai eccome.
Perchè questa storia delle lettere dell’Inps con la busta arancione è veramente interessante. Ieri mattina un servizio televisivo di un programma di informazione piuttosto serio faceva incontrare una signora di 79 anni ed un ragazzo di 25. La signora spavalda e in ottima salute è in pensione da quando aveva 45 anni. Sicuramente negli ultimi decenni si è stancata meno di tante sue coetanee. Loquacemente la signora si scrollava di dosso qualsiasi senso di colpa: in effetti mica li ha rubati quei soldi. Il ragazzo invece era imbambolato, pareva vedere la pensione come ultimo dei suoi problemi: in effetti quanti ne avrà di problemi prima di quello?
Questa storia ha fatto capire ancora meglio dove sta uno dei più grandi problemi del nostro Paese: nell’imbarazzante conformismo con cui i media, anche quelli più critici e militanti, lavorano, capaci solo di guardare un pezzettino delle cose che vorrebbero raccontare. Nel frattempo tutto il resto rimane oscuro, per pigrizia o malafede.
Perché in ottica intergenerazionale il problema della mia generazione non è (ancora) la pensione, ma è la tremenda mancanza di opportunità che poi porta anche al fatto di non avere un lavoro che faccia maturare posizioni previdenziali dignitose. Ma questo nessuno ce lo dice chiaramente , perché sarebbe una verità imbarazzante anche per quelli che dovrebbero raccontarla.
Il presidente dell’Inps Tito Boeri non mi ha fatto uno sgarbo a dirmi che dovrò lavorare fino a 75 anni per poi diventare povero. Mi ha fatto un favore a pronunciare finalmente una di quelle verità che la politica con lo sguardo corto rifiuta.
Perché la possibilità di avere una protezione sociale quando saremo vecchi passa anche dalla capacità di affrontare quei problemi senza rimozioni. Proprio oggi.
Auguro a tutti i miei coetanei di riuscire a prendersi prima della tanto sperata e temuta pensione quei diritti e quelle opportunità che non esistono più. Che non sono diventare ricchi, ma avere opportunità ed essere pagati dignitosamente per quello che fanno.
Voi che avete le vostre posizioni sicure in aziende, studi professionali, enti pubblici e anche nel terzo settore.
Voi che vi lamentate di come vanno le cose e che siete frustrati e stanchi e tanto incazzati con la Fornero da non vedere nemmeno come vi siete ridotti a prescindere dalla Fornero.
Voi che siete ipertutelati dai sindacati, che lavorate un quinto dello stagista accanto a voi. Dico a voi: imparate da questa stessa umiltà della mia generazione e di quelle più giovani a desiderare ciò che avete. Alla vostra pensione penseremo noi, non preoccupatevi. In cambio, prima ancora di una pensione, aiutateci a costruire una società più giusta. Grazie.
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