Nella Grecia salentina c’è un luogo in cui arte ed economia si intrecciano per dare vita ad un risultato entusiasmante: un modello di sviluppo incentrato sulla valorizzazione delle tradizioni popolari e sull’applicazione di metodi innovativi di gestione delle risorse rinnovabili. Un posto in cui passato e futuro sono tenuti insieme e continuamente rinsaldati da una comunità di cittadini attivi. Anzi, “tarantati”.
Melpignano, comune di 2mila abitanti nella provincia di Lecce, ha deciso da poco più di un anno di puntare sul fotovoltaico per produrre energia elettrica “pulita” da destinare alle famiglie. Fin qui nulla di straordinariamente innovativo, se non fosse per il sistema di gestione promosso dal Comune (intervista al sindaco Ivan Stomeo): una Cooperativa di comunità in cui i cittadini sono imprenditori di se stessi, ricoprendo contemporaneamente i ruoli di soci utenti e fornitori. In loro sostegno sono intervenuti l’amministrazione comunale, Coopfond e diverse aziende locali in veste di soci sovventori, e ancora ingegneri, installatori e manutentori in qualità di soci lavoratori autonomi.
All’origine del progetto c’è stato lo studio di fattibilità redatto dal Comune, in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento e con la cooperativa sociale Officine creative di Lecce, poi sono stati censiti 180 edifici in cui installare gli impianti. Nel 2011 settanta cittadini, rispondendo positivamente alla proposta dell’amministrazione, hanno quindi deciso di associarsi e di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle loro case, attraverso l’impiego di forza lavoro proveniente dalla stessa comunità.
Quali i vantaggi? Oltre alla produzione di energia pulita, c’è il riconoscimento economico ai soci utenti, i cittadini stessi, dell’energia immessa in rete e non utilizzata. E per quanto riguarda l’utile, il suo utilizzo viene deciso dai soci della cooperativa, quindi sempre dai cittadini: una parte serve per rientrare dall’investimento in banca mentre la quota non ripartita tra i soci può essere reinvestita nella comunità, migliorando la qualità della vita urbana con interventi che vanno dalla manutenzione stradale a quella del verde pubblico. Vengono poi a crearsi nuove opportunità di lavoro, utili ad attivare le competenze tecniche locali. Tutto questo grazie ad una rapporto di collaborazione tra amministrazione e cittadinanza che, quando non è puramente simbolico, produce effetti straordinari, come quelli ottenuti grazie alla raccolta differenziata: i rifiuti da problema sono diventati una risorsa, tanto che il paese vanta una delle tariffe più basse d’Italia.
Ma lo sviluppo della comunità di Melpignano è garantito anche da un’iniziativa ben più remota, il concerto finale della Notte della Taranta, che il 25 agosto per la quindicesima volta farà ballare migliaia di persone fino a notte fonda: dai 5mila spettatori del 1998 si è passati ai 100mila delle ultime edizioni, con una tv nazionale che quest’anno seguirà l’evento in diretta (Cielo, dalle ore 21.55), assieme ad alcuni media esteri. Attraverso il recupero del patrimonio musicale della tradizione, la pizzica, Melpignano è riuscita a promuovere il territorio e a rilanciare le sue potenzialità economiche nel campo turistico, senza rinnegare il passato o deturpare il territorio: cultura e memoria, dunque due beni comuni che arricchiscono chi li tutela sotto più punti di vista.
In quest’ottica è stato il maestro Goran Bregovic, invitato quest’anno a dirigere l’Orchestra Popolare, a specificare la naturale vocazione della manifestazione: “Melpignano si confermerà il luogo dell’accoglienza, dell’incontro e della condivisione, caratteristiche del Salento”. Valori di una piccola comunità, protagonista di uno sviluppo equilibrato.
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