Cultura

La Francia fa quadrare la cultura…. con i nostri soldi

di Giuseppe Frangi

Anche la Francia taglia la cultura: la notizia è per un certo verso clamorosa, perché Parigi ha sempre fatto dei finanziamenti statali a musei, mostre, musica ed editoria, un fatto prioritario sotto tutti i profili: del prestigio internazionale e della coesione nazionale. Invece il ministro della Cultura del governo Hollande, Aurélie Filippetti. in un’intervista a Le Monde non si è nascosta dietro formule e ha  annunciatouna sforbiciata di un miliardo di euro per progetti non prioritari. Annullati con un colpo di spugna alcuni mega progetti come la Maiseon de l’Historie de France, il Museo delal Fortografia di Nevers e il Museo della Marina Militare che doveva sorgere in Place de La concorde. Ma sembra in bilico anche una delle manifestazioni più ambiziose pensate negli ultima anni a Parigi: Monumenta, ovvero l’appalto a un grande artistat contemporaneo di una gigantesca installazione da piazzare nel Grand Palais. Sono infatti trapelati i bilanci della manifestazione, che sarebbe costa 8milioni di euro per ogni edizione, la metà messi dallo Stato (il resto dalla biglietteria e dagli artisti stessi o dai loro sponsor). Evidentemente un cifra un po’ fuori luogo in periodi come questi (Monumenta richiama in media 250mila visitatori).

La cosa paradossale è che la cultura francese farà quadrare i bilanci anche con i soldi presi dalle tasche degli italiani. Le due mega mostre dell’autonno, quella di Picasso a Milano e quella di Degas a Torino sono state realizzate grazie ai prestiti massicci di opere da parte di due musei parigini che incassano così royalties molto elevate (nell’ordine di molti milioni di euro). Mme Filippetti, può concedersi un sorriso…

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.