A volte si guarda il mondo con occhi davvero infantili. Lo sguardo dell’Occidente sull’India ad esempio è sempre stato viziato da un’aura mitica, facendone una bandiera della tolleranza pur nella povertà. Le cose, abbiamo scoperto in questo passaggio d’anno non stanno propriamente così: il dramma delle donne violentate venuto finlamente alla ribalta rivela una faccia di quel grande paese che nonè mai stata doverosamente raccontata. Eppure qualche avvertimento era arrivato: a giugno una indagine TrustLaw della Thomson Reuters Foundation sui Paesi del G20, realizzata tra 370 specialisti di questioni di genere, aveva messo l’India all’ultimo posto per quanto riguarda la condizione femminile. Addirittura dopo l’Arabia Saudita.
Innazitutto la donna ancora prima di nascere ha molte probabilità di essere abortita: il recente censimento ha rivelato che la popolazione infantile sotto i 6 anni di età, presenta una distorsione evidente: 83 milioni di bambini contro 76 milioni di bambine, con uno scarto di 7 milioni. Ciò significa un “deficit” pari a 0,5-0,6 milioni di bambine all’anno. Il deficit, come spiega il sito neodemos, si è aggravato rispetto al 2001 ed è tecnicamente dovuto, senza dubbio, alla diagnosi precoce del sesso durante la gravidanza, sullo sfondo di una preferenza, da parte dei genitori, per un bambino maschio. Secondo uno studio di «Lancet», negli ultimi 30 anni in India sono state sottoposte ad aborto selettivo 12 milioni di bambine.
Poi c’è il tema delle dote: una donna viene uccisa ogni ora per impossessarsi della sua dote (sono i dati relativi al 2010 dell’Ufficio nazionale indiano per le statistiche sul crimine). Spesso bruciata con il kerosene per fingere un incidente domestico. «La tradizione», ha spiegato Sophie de Heredia, «vuole che si dotino le proprie figlie per compensare il fatto che, alla morte del padre, non hanno diritto ad alcuna eredità. quando un padre smette di pagare il suo “debito” per la figlia? Semplice, i suoceri la uccidono. Solo così, infatti, il figlio potrà risposarsi con una donna più ricca». E poi la piaga angosciosa degli stupri: gli ultimi dati disponibili a livello nazionale, risalenti al 2010, parlano di oltre 22mila stupri denunciati nel Paese, in gran parte fatti da persone che conoscevano la loro vittima.
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