Cultura

Un ascensore per il Duomo?

di Giuseppe Frangi

Le tre maggiori organizzazioni non profit impegnate sulla cultura sono scese compattamente in campo contro l’ipotesi di un ascensore esterno al Duomo di Milano per salire sulle terrazze della cattedrale, progettato in vista dell’Expo del 2015. Italia Nostra, Touring club e Fai hanno spiegato il loro drastico no, spiegandolo come una violazione del monumento. Ieri Salvatore Settis dalla prima pagina di Repubblica chiamava in causa direttamente il cardinal Scola, chiedendo di impedire questa mercificazione della cattedrale. Toni molto drastici, legittimati dal fatto che i responsabili invece di presentare un’ipotesi studiata, motivata e spiegata nei dettagli, si sono limitati ad un annuncio molto mediatico e assolutamente “stupido” (nel senso che è privo di contenuti dettagliati). Così sono circolate notizie che ci auguriamo siano solo leggende, tipo quella del bar che verrebbe aperto sulle terrazze della cattedrale. Cosìe il “no” corale delle tre grandi organizzaizoni può essere spiegato proprio come manovra precauzionale vista la genericità delle notizie lasciate trapelare sul progetto.

Personalmente sono allergico ad ogni integralismo, compreso quello della conservazioni costi quel che costi. Tanto più che la cattedrale di Milano è il cantiere più aperto che ci sia, visto che è durato 5 secoli e non si può certo pensare che ci sia una coerenza tra i costruttori che lo iniziarono a fine 1300 e quelli che ne completarono la facciata su input deciso di Napoleone. Ci sono monumenti importanti che hanno scelto strumenti di questo tipo per agevolare l’accessibilità, con risultati buoni in ogni senso: la Sacra di San Michele e il Forte di Bard in valle d’Aosta sono tra questi. Quindi più che condannare apoditticamente sarebbe più logico chiedere dettagli del progetto, non solo dal punto di vista architettonico ma anche dal punto di vista dei “contenuti”. E allora ecco qualche domanda logica, basiliare per esprimere un giudizio.

  1. Oggi sulle terrazze salgono 700mila persone l’anno. Contando che nei giorni di pioggia (che a Milano non sono pochi) la media scende drasticamente, qual è la capienza ipotizzabile? Ho la sensazione che il numero non si discosterebbe molto: 2mila persone al giorno mi sembrano già una media notevole. Visto che il progetto ha la motivazione di fondo di aumentare le entrate della Cattedrale, la questione non è di poco conto.
  2. Il progetto è concepito come fosse una “giostra” spettacolare o invece è integrato in un percorso studiato che porta le persone a saperne di più della cattedrale, dlela sua storia e del suo significato rispetto alla città?
  3. C’è la questione dei disabili, che oggi con il vecchio ascensore interno non possono salire. Il direttore della Fabbrica del Duomo Angelo Caloia lo ha messo tra le motivazioni per fare l’ascensore esterno. Giustamente Franco Bombrezzi oggi sul Corriere ha sposato l’idea. Ma manca un particolare decisivo: una volta arrivati in cima che mobilità c’è? Da quel che ricordo praticamente nulla, sia per i gradini e le pendenze.
  4. C’è la questione dello scavo: la generacità delle notizie date lascia pareta la porta alle ipotesi più allarmanti, visto che quello è terreno molto sensibile dal punto di vista archeologico, per quanto sia stato certemente setacciato ai tempi dello scavo della metropolitana. Ma notizie più serie e più precsie anche da questo punto di vista sarebbero gradite…

Avendo risposte si potrà con un po’ di ragionevolezza dire sì o no all’ascensore.

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