Di ieri l’approvazione del tanto aspettato, annunciato, osannato e criticato decreto Balduzzi che ufficializza in modo diretto la problematicità del gioco d’azzardo, con l’inserimento della ludopatia all’interno dei L.E.A. e il divieto alla diffusione della pubblicità ingannevole rispetto ai ‘passatempi’ con vincita in denaro.
Qualcosa si sta muovendo, nonostante le fatiche e la pressione (anche politica) delle lobby del gioco , qualcuno sta provando a smuovere la situazione… ma basterà?
La distanza di 200m da scuole e realtà di cura che significato ha confrontata con la possibilità di poter giocare direttamente dal proprio smartphone? La modalità ‘on line’ è sicuramente più fruibile rispetto alle 400.000 macchinette disperse sul territorio nazionale … esiste già un progetto definito in corso? Quale logica di mercato si nasconde dietro queste novità? Chi guadagna alla fine della catena?
Non è più il momento solo di chiedere interventi dall’alto, di delegare tutto a chi prende decisioni…
La rivoluzione culturale deve partire dal basso, ognuno di noi deve lavorare all’interno di una corresponsabilità di interventi perchè non basta proibire e limitare è necessario proporre e offrire alternative valide e credibili.
Spetta ad ognuno di noi prendersi cura dei messaggi che vogliamo passare e portare avanti, aprire gli occhi e denunciare ciò che di sbagliato ci circonda e che troppo spesso emerge solo quando ha messo radici profonde con la complicità del nostro silenzio e della nostra disattenzione.
Informarci, presenziare all’interno degli spazi comuni, non lasciare sole le categorie più fragili, portare avanti una cultura di attenzione e solidarietà, questo è quello per cui ora si deve scendere in piazza.
E’ proprio il caso di dire: ora tocca a noi metterci in gioco!
Nessuno ti regala niente, noi sì
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