Si ricorda domani 17 ottobre la giornata mondiale contro la povertà. Mai come oggi si parla di diritti sociali, di legalità e di giustizia. Mai come in questo periodo i poveri sono lasciati sempre più soli. Soli nella loro disperazione nella loro solitudine.
Sono sempre più, in questi ultimi anni, le persone che arrivano al nostro “centro In & out “ (centro di accoglienza per i senza dimora fissa) a chiedere aiuto e … sempre più giovani. Giovani che vivono in condizioni disumane, che abitano le strade alla ricerca di un posto dove “posare il capo”, sentirsi accolti, ascoltati e capiti. Ebbene si, i poveri oggi vanno capiti prima che aiutati!
Permettetemi allora di interrogare questa sera le nostre coscienze.
Siamo proprio sicuri che la povertà sia misurata dal puro benessere materiale? Indubbiamente le cose materiali sono importanti, ma chiediamoci domattina che senso avrebbe iniziare la nostra giornata senza una vera ragione per cui vivere, qualcosa che dia un vero senso e significato alla vita.
Tanti sono i giovani che incontro giornalmente al centro, che mi piace pensare come “porta sempre aperta sulla strada”, giovani come oggi Gianni che con i suoi 24 anni mi racconta la sua vita soffocante e mi chiede di essere accolto in comunità per trovare respiro.
Provate ad ascoltarle le loro storie e chiedetevi: riusciremo noi oggi ad andare avanti nella nostra quotidianità se fossimo nella loro situazione? Ma chi sono per noi oggi i poveri? Qual è la vera povertà da combattere?
Poveri sono tutti quelle persone che si giocano tutto alle slot e cercano nell’azzardo quel qualcosa che li può riempire e saziare. Poveri sono coloro che amministrano il bene pubblico senza saperlo gestire onestamente e seriamente. Povera è quella ragazza che cerca affetto e protezione in rapporti invischianti e occasionali, privi di quell’amore che neanche sa cosa sia.
Povero è quel giovane che si stordisce nella notte con quella bottiglia da cui non riesce a staccarsi e in cui cerca risposte alle sue inespresse domande. Povera è quella mamma che non sa più a chi chiedere aiuto in un mondo che ragiona solo con la burocrazia e il guadagno economico. Povero è quel papà che rincorre il tempo senza trovarne da dedicare ai suoi figli che sono già diventati grandi senza che lui se ne accorgesse…
Oggi mi sento di chiedere rispetto per la povertà delle persone, rispetto per gli anziani che faticano a trovare nei servizi a cui accedono quella delicatezza che nella loro vita hanno sempre cercato di testimoniare; rispetto per quei genitori che non riconoscono più i loro figli nel loro cambiamento repentino che va sempre più verso la devianza e continuano a chiedersi in cosa loro hanno sbagliato.
Impariamo il rispetto per la sofferenza questo penso sia il primo passo per rendere significativa questa ricorrenza
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