Famiglia

Giovani oltre il buio

di Simone Feder

Ieri mi ha scritto Giulia, 20 anni, una ragazza incontrata alcuni mesi fa…

‘… fino a circa un mese e mezzo fa ho fatto parte del gruppo di giovani che io definisco “zombie-viventi”. Viviamo ormai in un’epoca in cui tra i ragazzi regna il totale distacco da ogni attività vitale e in cui serva un minimo di impegno, che io chiamerei anche mancanza di passione nella vita.

In passato gli adolescenti spesso non avevano nemmeno il tempo per dedicarsi ai propri interessi, e proprio per questo avevano dentro di sé maggiori aspirazioni, obiettivi e passioni, perché davano a tutte queste cose il vero peso e valore che hanno. Al giorno d’oggi, viviamo in una società che accetta e permette a noi giovani, i genitori in primo luogo, di sopravvivere evitando di vivere: si va a ballare e si torna tardi, la mattina successiva: “poverino, è stanco, ha sonno, lasciamolo restare a casa da scuola”, oppure non si ha voglia di studiare, tanto meno di lavorare, e non c’è problema: “del resto è sempre mio figlio, lo terrò sotto il mio tetto finché campo”. E il messaggio che passa è quello che intanto, anche senza rimboccarsi le maniche, si può continuare ad avere una vita normale e dignitosa. Non siamo nemmeno più in grado di renderci conto di quanto la vita che stiamo vivendo faccia “schifo”, sia vuota, inutile e manchi delle cose essenziali e fondamentali che dovrebbero caratterizzare un’esistenza.

Se ci si abitua a vivere perennemente in una stanza buia, da quando si è venuti al mondo, sicuramente ci si adatterà al buio e non ci si renderà nemmeno conto della totale oscurità con cui ogni giorno si convive; il giorno in cui qualcuno deciderà di tirar su le tapparelle e aprire le finestre, allora si che quel raggio di sole che entrerà ci accecherà e ci farà accorgere di che misera vita avevamo condotto fino a quel giorno. La luce a parer mio è il più grande dono che sia stato fatto all’uomo, e per luce non intendo solo quella solare o di una lampadina, intendo proprio il “concetto” di lucentezza. Ci hanno abituati a vivere al buio, senza più prendersi la briga di aprirci le finestre e metterci di fronte alla realtà, probabilmente per timore di traumatizzarci, non accorgendosi che quella sarebbe per noi l’unica via di salvezza. Io ho avuto una madre che ha avuto il coraggio di farmi vedere ogni giorno un raggio di sole, di farmi capire quanto io vivessi nell’oscurità più totale. Non ha mai avuto paura di spaventarmi, ha avuto paura di vedermi un domani arrivare in fondo alla mia esistenza trovandomi davanti la luce, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per viverla! E mai smetterò di ringraziarla per avermi dato modo di conoscere questo dono cosi grande ora che ho tutto il tempo necessario per gustarmela e gioirne. Auguro a qualunque persona di aprire la sua finestra ancora in tempo, e suggerisco ad ogni genitore di far aprire gli occhi ai propri figli, perché è l’unico modo per vederli vivere davvero; solo cosi li avrete messi al mondo per un motivo!”

 

Noi adulti cosa stiamo aspettando? Alziamo le tapparelle, le nostre prima di tutto, e aiutiamo questi giovani a riscoprire la loro preziosa lucentezza! Sono loro che ce lo chiedono, prima che sia troppo tardi,  prima che si trovino loro, tra qualche anno, a pagare il nostro poco coraggio e la nostra assenza. Per fare tutto questo è però necessario scegliere di essere testimoni credibili, presenze educative costanti e, a volte, scomode. Siamo disposti a farlo per regalare loro un futuro splendente e degno di questo nome? Lo dobbiamo a Giulia e a tutti i nostri ragazzi che, come lei, reclamano la nostra presenza attiva e illuminante.

@simonefeder

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