Oggi ha avuto luogo a Milano la prima conferenza nazionale sul contrasto al gioco d’azzardo.
Come Movimento No Slot abbiamo voluto portare la voce di tutte quelle persone che hanno e stanno contribuendo a salvaguardare il bene della gente e dei propri territori.
La voce di chi stando vicino ai propri cari malati d’azzardo rischia di ammalarsi a sua volta e, sommerso dalla fatica della sofferenza si dispera, arrivando purtroppo sempre più frequentemente a pensieri suicidari. La voce dei tanti bambini che vivono conflitti tra mamma e papà all’interno della loro famiglia a causa dell’azzardo. Bambini che dovranno fare i conti tutta la vita con il fantasma azzardo che sarà sempre nei loro occhi anche a distanza di anni, anche quando papà sarà guarito. La voce di quei tanti giovani che ci chiedevano e ci chiedono aiuto per i loro genitori e per i loro amici. Giovani incontrati all’interno delle scuole che hanno ben chiaro che tutto ciò che noi ci ostiniamo a chiamare gioco, gioco non è, che pensano all’azzardo come pericolo, rischio, dipendenza, malattia, illegalità. Giovani che ci interrogano con le domande e gli interrogativi, una su tutte: “se fa così male perché è legale?”
Il movimento noslot è nato anni fa, da un’esigenza avvertita dal basso, non con l’obiettivo di ragionare per capire se sia giusto proibire o meglio liberalizzare, ma con uno scopo culturale. Il movimento ragiona ad un altro livello, per preservare i nostri territori, per prendersi cura di chi li abita e garantire un futuro ai nostri figli, per cercare di dare una risposta a tutti questi perché!!!
Ecco perché abbiamo sottolineato il nostro No secco ad ogni forma di pubblicità diretta ed indiretta (40 milioni di euro investiti nel 2015 in pubblicità sui canali televisivi) e chiedendo il divieto assoluto dell’utilizzo in ogni spot del termine gioco sostituendolo con la giusta parola: azzardo (l’azzardo può causare dipendenza patologica, non il gioco; l’azzardo è vietato ai minori di 18 anni, non il gioco)
Ed è per lo stesso motivo che abbiamo insistito sulla necessità di separare l’azzardo dal resto della vita quotidiana. Oggi purtroppo i bar, i centri commerciali e tutti gli spazi di passaggio, sale d’attesa di bus e treni, dove la gente spesso si incontra, sono puri centri dove l’azzardo la fa da padrone condizionando chi vive quel contesto attraverso suoni, colori, scarico di monete, eccitazione, estasi… che attirano primi fra tutti i bambini che vivono la vincita con frutto di abilità e non dettata da un algoritmo, da un software.
Il rapporto uomo/slot machine è fortemente condizionante, sono macchine studiate da numerose e differenti scienze allo scopo di renderle sempre più appetibili, confortevoli, attraenti… come possiamo ancora invitare al gioco responsabile, sapendo che tali strumenti sono costruiti e progettati appositamente per coinvolgere chi vi si avvicina facendo perdere il senso del tempo e della realtà?
Non dimentichiamo poi il mondo dell’azzardo on line che corre ad una velocità spaventosa. Bisogna porre un freno. C’è una proliferazione di offerta azzardo in rete che ha del vergognoso. Ce lo ricordano gli stessi giovani, preoccupati per i loro pari e soprattutto per i loro fratellini che hanno costantemente in mano strumenti e veicoli di azzardo, nonostante la minore età. Chi pensa a tutto ciò?
In conclusione dell’intervento abbiamo regalato ai rappresentanti delle nostre regioni, quelle che hanno sottoscritto il manifesto contro l’azzardo, un orologio, un orologio NO SLOT per ricordare loro che questa è l’unica ora esatta, l’ora di dire il nostro deciso NO a tutto questo!
@simonefeder
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