Diamo i numeri

di Dan Lerner

In una estate in cui la notizia di apertura dei Radiogiornali era lo spread e 507 era male e 451 era bene e 397 era benissimo (anche se troppo pochi si son presi la briga di capire cosa esattamente rappresenti).

In una estate in cui la spending review imponeva di ricalcolare le disponibilità di cassa e di misurare gli esodati (secondo Fornero 65.000, secondo l’I.N.P.S. 397.000, secondo la Questura 1.273…).

In una estate in cui ho percorso 3.184 km fuori autostrada attraversando un’Italia fatta di campi coltivati, di un’economia rurale, di agricoltori e allevatori e vignaioli che guardando il cielo speravano in 18 mm di pioggia (e intanto la benzina saliva da € 1,78/lt a € 2,04/lt).

In questa estate in cui i numeri di bilancio parrebbero imporre alle aziende grandi e piccole di lasciare a casa un numero sempre maggiore di persone ed in cui gli investimenti in impianti industriali si fanno rarefatti come l’aria delle vette alpine, ho trovato riconferma della convinzione che il futuro possibile stia nel prendere atto che l’Italia è un paese eminentemente agricolo ed in questo può esprimere una parte importante della propria eccellenza. Modernizzando, semplificando, digitalizzando, anche qui e non è una contraddizione, anzi.

Poi sono tornato a Milano, la città in cui vivo.

Lunedì 17 settembre la riattivazione dell’Area C ha portato ad una diminuzione del 30% delle auto entrate in centro: 39.300 persone che evidentemente non avevano un assoluto bisogno dell’auto e in gran parte hanno usato i mezzi pubblici contribuendo alla riduzione del carico di inquinamento.

Martedì 18 settembe, il primo giorno in cui ciò era possibile, erano già 128 le coppie prenotate per iscriversi al nuovo Registro delle Unioni Civili del Comune di Milano, 88 eterosessuali e 40 omosessuali: 256 persone che hanno scelto di certificare la propria relazione affettiva per poter accedere ad alcuni diritti civili basilari altrimenti negati, in caso di necessità.

I numeri spesso sono la somma di tante impronte individuali. I numeri spesso raccontano storie di persone che è bello fermarsi a leggere.

 

Grazie a Riccardo Bonacina e agli amici tutti di Vita.it per avermi chiesto di condividere in questo spazio i miei pensieri. Lo faccio con grande piacere e molta disinvoltura perché sulle pagine cartacee e digitali e tra le persone di Vita io mi sento a casa, da quasi vent’anni.


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