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Politica. Presto il rimpasto di governo. Frattini agli Esteri?

Montecitorio e palazzo Chigi sono in fibrillazione: probabili Frattini agli Esteri e vortice di sottosegretari tra cui anche Tassone (Udc) al Welfare

di Ettore Colombo

A Montecitorio lo si dà ormai per scontato. I centristi fremono (“E’ ora di farlo, se perdono altro tempo lo chiediamo noi con una conferenza stampa”), An guarda all’appuntamento come una occasione per dare quella “riequilibrata” a una squadra che – sostengono i colonnelli di Fini – è un po’ troppo sbilanciata sul fronte della Lega. E il vicepremier Gianfranco Fini, lo dice chiaramente al Messaggero: “Credo che ormai ci siano le condizioni per nominare un nuovo ministro degli Esteri, ma con un passaggio non conflittuale”.
Si tratta del rimpasto di governo che, dopo mesi di annunci rientrati, date fissate e poi annullate, guerre di posizione inutili, gaffe clamorose, sarebbe ormai alle porte. Si azzarda anche una data: il Cavaliere sarebbe intenzionato a chiudere la partita immediatamente dopo il rientro dagli Usa per quella che dovrebbe essere stata l’ultima sua missione come ministro degli Esteri. Anche se i tempi del disegno di legge Cirami potrebbero obbligare a congelare tutto fino al 26 settembre.
Per la successione alla Farnesina non ci dovrebbero essere dubbi: il candidato forte è uno solo, il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, grande conoscitore della burocrazia (cosa che dovrebbe garantire una riforma efficiente ed efficace della macchina della diplomazia sui binari della riforma impostata dal premier), ma soprattutto molto rispettato dai vertici del ministero degli Affari Esteri e particolarmente gradito al Quirinale.
L’addio di Frattini a palazzo Vidoni dovrebbe aprire quindi quella girandola negli incarichi ministeriali in vista della quale, da mesi, molti esponenti politici scaldano i muscoli. Nessun dubbio a chi andrà la delega sui servizi segreti attualmente in mano a Frattini: allo stesso Berlusconi.
Per la Funzione pubblica, al contrario del passato, sta maturando una soluzione politica. Se fino a qualche settimana fa la rosa dei candidati era ristretta e solo tecnica per evitare di dare alla questione una valenza politica eccessiva e costringere il governo a un ampio rimpasto, il Cavaliere sembra essersi convinto della necessità di dare una nomina politica e il nome più accreditato per la Funzione pubblica sembra essere quello dell’attuale sottosegretario Learco Saporito. Ma anche alla Farnesina sono attesi cambiamenti: l’attuale viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso (An) dovrebbe transitare con lo stesso grado agli Esteri, un trasferimento naturale considerando che tutte le deleghe pesanti del ministero di Marzano per effetto della riforma saranno accorpate sotto la direzione di Frattini, mentre per accontentare i centristi dovrebbe finalmente realizzarsi il reclamatissimo passaggio di Mario Tassone dalle Infrastrutture al welfare. Un altro posto da sottosegretario dovrebbe andare all’Udc, mentre Buttiglione avrebbe in cambio una conferma che il suo ruolo di protagonista dei rapporti con la Ue non sarà “appannato” dal ministro degli Esteri.
Poi ci sono da chiudere una serie di altre caselle minori. Scomparirà, dopo il decollo di Pisanu per il Viminale, il ministero per l’Attuazione del programma, al posto del “dimissionato” Carlo Taormina al’Interno potrebbe arrivare il presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio Donato Bruno, ma in pista c’è anche Domenico Contestabile. Ferdinando Adornato dovrebbe andare sulla poltrona dell’altro “dimissionato” Vittorio Sgarbi. Ma continua a mancare, nel puzzle, un inquilino per la poltrona di sottosegretario agli Esteri che il coordinatore di Forza Italia, Roberto Antonione, presto lascerà per dedicarsi interamente al partito.

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