Io stravedo per il Prandelli, uomo, tecnico, dirigente. Lo vorrei allenatore dell’Inter. Siamo amici e già più volte è venuto nei miei Centri a testimoniare. Però, c’è un però! Quando, spiando tra i quotidiani, ho visto il suo misero “stipendio” mi sono un po’ seccato. Per carità, l’amicizia resta ma, con questo “ma”. E vorrei che venisse chiarito quanto prima.
Il Prandelli ha fornito esempi grandissimi di umanità, di sensibilità e, anche in questo campo economico, il gesto di rinuncia non farebbe male. La reputo una scivolata?
Cesare, adesso non dirmi che rispetto ai soldi che girano in questo mondo del calcio (che si sta deteriorando con nostro grande dispiacere) il tuo è una beneficienza o quasi. Non lasciarti influenzare da chi lavora in altro modo e non si preoccupa minimamente dei valori veri che dovrebbero essere alla base dei grandi dello sport e non solo. Dacci qualche segnale!
Detto questo, passo all’impegno che sta rovinando le serate e le giornate tue e nostre. La partita di Perugia ha entusiasmato poco. Non me ne intendo di tecniche raffinate e non voglio accodarmi alle critiche abbondanti e prevenute riguardo a squadra e allenatore.
Dicono i cronisti storici che è sempre stato così. Le partite di preparazione ai Mondiali hanno visto poco di bello e pochettino di utile. Ma le maghe e i fattucchieri dichiarano, più che sicuri, essere l’unica premessa al successo.
Fossi te, un po’ di lavoro di sintonia, di armonia e di collaborazione lo farei. Guardare per novanta minuti della gente, con la faccia da funerale, giocare contro squadrette ben meno importanti e blasonate della nostra, quasi dovessero stare in campo da sconosciuti e per castigo invece che per un doveroso e impegnato allenamento, a dispetto di tutti gli oroscopi, ci disturba e aumenta il disagio che, da tempo, noi gente per bene e tifosi intelligenti (!) viviamo.
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