Sei personaggi in cerca di… Riscrivere la produzione culturale

di Noemi Satta

Impossibile, in questo periodo, non pensare a “Italia reloaded, ripartire con la cultura”, interessante pamphlet di Sacco e Caliandro edito dal Mulino,  e ai molti incontri e articoli che ultimamente popolano  i nostri giornali sul ruolo del settore culturale in termini economici e di creazione di posti di lavoro.

Accettando la proposta di SocialEnterpriseItaly e The HUB Rovereto di condurre una sessione sull’impresa culturale all’interno dell’Iris workshop, o meglio nell’articolata sessione di incontri off  chiamata Fuori WIS, avevo in mente proprio alcuni spunti provenienti  dalla lettura di questo testo.

Italia reloaded presenta  una lunga riflessione sulla produzione culturale, in termini soprattutto di innovazione delle forme e di processo, con una forte relazione, suggerita più che argomentata, con il ruolo creativo e partecipativo che può avere il pubblico.

Si descrivono le principali caratteristiche del fare culturale in Italia: rimozione del valore del patrimonio artistico ma anche della produzione culturale recente, debole e discontinuo sostegno per tutto ciò che non sia conforme alla tradizione, forme sempre più invecchiate per la valorizzazione del patrimonio tradizionale. Il discorso entra nelle forme dell’arte, per meglio analizzare la qualità della produzione culturale e dire così, una volta per tutte, che non e’ più (solo) fare eventi culturali, mostre, né progetti di marketing turistico-promozionale (interessante tra l’altro la descrizione della decadenza delle città d’arte). Si apre il dibattito sul rinnovamento della scena culturale, e si danno indicazioni di metodo per stimolare l’innovazione (pensiero divergente, produzione underground riconosciuta e sostenuta, ruolo attivo del pubblico, arte che sia di nuovo e con forza disturbante e non accomodante) nell’arte e nella produzione culturale.

Tutto ciò ha molto a che fare con la recente ricerca di Symbola e Unioncamere, e in generale con l’incontro dell’11 settembre al Teatro dell’Elfo, una vera e propria anteprima dell’Iris WS. E’ utile che sia un teatro come l’Elfo a ospitare questo incontro, soprattuto  per chi si interroga sul ruolo di musei/biblioteche/teatri per l’innovazione culturale. E’ utile per chiedersi anche: al di fuori del settore pubblico e istituzionale chi fa produzione culturale in Italia e come? Rispondere a queste domande mette in gioco la figura dei nuovi operatori culturali: forse sempre di più  imprenditori culturali.

Parlare di impresa culturale e farlo all’interno dell’Iris Workshop  significa innestare il discorso della produzione culturale con quello della partecipazione e della sostenibilità economica e sociale.

Cos’è un’impresa culturale, considerando la dimensione dell’essere imprenditori culturali, sarà proprio il tema del workshop  “Sei personaggi in cerca d’autore, per trasformare scenari e modelli e fare impresa culturale” che terrò al Fuori WIS di Riva del Garda. La modalità merita una nota: saranno i profili e le esperienze di 6 personaggi (fittizi ma realistici) a guidare nel rispondere alle tre domande e a stimolare la ricerca di soluzioni e la definizione di nuovi scenari. Racconterò gli esiti del laboratorio nei prossimi post (ma intanto per chi vuole seguire da lontano i lavori #fuoriws su tw).


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