Quando lavoro ho sempre qualche difficoltà con i tempi biblici e diffusi (due o tre libri per volta) delle mie letture e spesso tanta affettuosa invidia per i miei (pochi) amici lettori voraci.
Lo dico in uscita da L’ora di lezione del dottor Massimo Recalcati. Ho dovuto aspettare che il tempo delle vacanze creasse tra me e la scuola la distanza fisica e mentale necessaria per concludere nel modo più sentito la lettura di questo prezioso trattato.
Lo dico con parole non recensorie perché sto solo brevemente traducendo un’impressione, che provo a esprimere mentre guardo i lati positivi del mio non riuscito passaggio di ruolo, e rinfrescando le mie ragioni per insegnare a giovani adolescenti delle medie anziché ad adolescenti ″maturi″ dei licei.
Lo dico con gratitudine semplice per questa seduta singolare, che mi ha risvegliato alla bellezza della mia professione mentre la lettura compiva un lavoro puntuale, piacevole e – stabilmente – altalenante sul mio doppio io di studente, sempre vivo come un fuoco, e d’insegnante!
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