Sostenibilità

Buone notizie per i pesci

di Fulco Pratesi

Anche se, per quanto riguarda la Politica Agricola Comunitaria, le istanze degli ambientalisti in favore di un’agricoltura più vicina alla natura, con maggiori provvidenze per il biologico e la tutela della biodiversità e del paesaggio, sono andate recentemente disattese e sconfitte, per il comparto della pesca le pressioni degli ecologisti e delle associazioni ambientaliste hanno registrato recentemente buoni e concreti successi.

Per il tonno rosso del Mediterraneo, la specie più ricercata dai mercati, soprattutto dell’Estremo Oriente, che è vittima di una sovrappesca che ne fa temere una prossima estinzione, la prima vittoria si è avuta il 18 novembre scorso, quando le 48 parti contraenti della Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico (ICCAT) ha deciso, seguendo le indicazioni del mondo scientifico e l’appello degli ambientalisti, dal WWF a Greenpeace a Marevivo, di non aumentare, come da più parti veniva richiesto, le quote annuali tenendole a 13.500 tonnellate a partire dal 2013.
Questa coraggiosa decisione è stata presa nonostante che, grazie a più severe misure di controllo e protezione, le popolazioni di questo magnifico pesce, che può arrivare a pesare oltre 180 chili e viaggiare a grande velocità, hanno recentemente mostrato segni di un lieve aumento.

Un altro grande successo. Il 5 febbraio scorso, è stato il voto del Parlamento Europeo, 502 voti a favore contro 137, in favore di una forte riforma della pesca nell’Unione Europea, in direzione di una maggiore attenzione alla ricostituzione degli stock ittici, gravemente depauperati da un eccesso di prelievi.
La chiave del successo va ricercata nella forte pressione dei cittadini europei , movimentati dalle associazioni di protezione naturalistica, che hanno inviato ai parlamentari, per fermare la bancarotta degli oceani, ben 23.000 disegni nella campagna “Paint a fish” del WWF e di altre organizzazioni, 30.000 e.mail, e ben 150.000 firme raccolte su una petizione.
Ora saranno i Ministri della Pesca a dover votare a favore di questo regolamento di base, sancendone le direttive.
“Sarà una battaglia dura- scrive Marco Costantini, Responsabile Mare del WWF Italia – ma speriamo che i governi nazionali ascolteranno il forte messaggio che arriva dal Parlamento, spazzando via gli interessi costituiti per assicurare un futuro a lungo termine e sostenibile per i nostri oceani e l’economia della pesca in Europa”.

Per chi volesse approfondire l’argomento, http://mediterraneo.wwf.it .

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