La terribile strage di animali rari (soprattutto elefanti, rinoceronti e tigri) che va perpetrandosi nei paesi tropicali più ricchi di biodiversità, rischia di annullare, tempo pochi anni, intere popolazioni di specie che costituiscono la ricchezza biologica del Pianeta nelle regioni più povere.
I dati emersi dal Living Planet Report, presentato dal WWF in tutto il mondo il 30 settembre preannunciano la fine di migliaia di specie di animali e di piante se non si interverrà al più presto con interventi a livello mondiale.
Ma penso sia difficile impedire ad una umanità in continua esplosiva crescita, soprattutto in paesi che conservano ancora i loro minacciati tesori, di avvalersi di quanto la natura ancora spontaneamente offre.
Quando un chilo di avorio ottenuto massacrando un elefante procura al bracconiere 100 dollari e sul mercato nero di Pechino ne spunta 3000, e quando un chilo di polvere di corno di rinoceronte per ridicole ricette asiatiche si vende a 66.000 dollari (più dell’oro e del platino) ditemi voi come si può sperare – in una popolazione che in pochi anni ha superato il miliardo e soffre di una tremenda povertà causata sia dalla demografia galoppante sia dal’avidità delle multinazionali – di rinunciare, con minimo rischio, ad uccidere l’ultimo rinoceronte nero del Parco Nazionale del Selous in Tanzania?
E così, elefante dopo elefante, tigre dopo tigre, rinoceronte dopo rinoceronte, i più meravigliosi esponenti di una fauna unica vengono eliminati dalla faccia della Terra. Sono crimini che ci riguardano tutti da vicino, ma di cui nessuno parla. Per questo il WWF ha deciso di lanciare la campagna Stop ai crimini di natura.
Filippo d’Edimburgo, allora Presidente mondiale del WWF, in un suo discorso tenuto a Roma, ebbe a dire che se una catastrofe distruggesse il Colosseo, disponendo dei materiali di disegni e foto, sarebbe possibile ricostituirlo. Se si estinguesse la specie del rinoceronte asiatico nessuno al mondo potrebbe ricrearlo.
Per comprendere, infine, l’importanza anche etica di difendere a tutti i costi una ricca biodiversità, base della vita nell’unico pianeta che la possieda, può essere utile ricordare quel che rispose un grande zoologo tedesco a una signora impellicciata che gli aveva chiesto a cosa servisse un lupo, da vivo. La risposta fu: “A nulla, signora, come Mozart”
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