La magistrale enciclica di Papa Francesco non poteva essere più completa, coraggiosa e documentata. E l’entusiasmo che ha raccolto, non solo da parte di organismi cattolici e laici impegnati nella difesa del Creato, ne è la testimonianza più concreta. Aver accomunato nello scenario mistico del “Cantico delle creature” anche i minimi organismi, spesso sconosciuti o negletti, come gli esseri che danno vita al suolo fertile e aver denunciato con vigore pratiche agricole non armoniche con le necessità della natura e della biodiversità, fanno del testo del Pontefice un documento di un’ importanza dalla quale non sarà più lecito tornare indietro.
Ma nella sua meravigliosa ed ecumenica visione di un futuro migliore è discutibile, a mio parere, la posizione sulla crescita demografica che sarebbe “compatibile con uno sviluppo integrale e sociale”. Problema già adombrato in un’intervista precedente in cui il Papa però si era espresso in modo diverso sulla crescita demografica incontrollata parlando di comportamento da “conigli” da non imitare.
Io credo che anche una maggiore equità e distribuzione delle ricchezze tra un mondo “ricco Epulone” e un’umanità “povero Lazzaro” (Luca, 16, 19-31) che il Pontefice auspica non salverebbero il Pianeta dal degrado che sta rapidamente avanzando.
Perché purtroppo le masse che crescono (che arriveranno nel 2050 a circa 10 miliardi ) e premono ai confini dei paesi più pingui, avidi ed egoisti, non hanno neanche esse un obbiettivo di vita più adeguata alle risorse di un mondo nel quale già da tempo sono stati superati i limiti della sostenibiità planetaria. Tanto che, secondo le previsioni, se una qualsiasi popolazione dei paesi in via di sviluppo volesse arrivare ai livelli (e nessuno può giustamente vietarlo) di una nazione come l’Italia, già oggi non esisterebbero risorse per esaudire le sue richieste. Con il risultato, come sostiene il WWF parlando di “Impronta ecologica”, che occorrerebbe un altro Pianeta per corrispondere alle aspettative di tutte le popolazioni ancora non approdate all’Eden consumistico che l’attuale sistema economico propone ed esalta.
E siccome l’obbiettivo di tutti coloro che oggi sono privati dei pur minimi diritti (cibo, acqua, servizi igienici, giustizia, democrazia) è purtroppo quello di raggiungere proprio il modello consumistico avido e suicida che sta divorando il Pianeta, sarebbe giusto rallentare quanto è possibile una crescita ormai insostenibile. Questo soprattutto, ovviamente, nei consumi devastanti degli Epuloni, ma anche nell’aumento incontenibile dei Lazzari, che sono le principali vittime di una economia avida e irresponsabile dominata dalla politiche economiche delle multinazionali.
Obbiettivo che si potrà ottenere solo con una autentica liberazione delle donne, ancor oggi sottoposte, nei paesi con maggiore crescita demografica, a orrende sopraffazioni, mutilazioni e stupri fin da bambine, schiavizzate da maschi prepotenti ed egoisti, colpite nei diritti di uso del proprio corpo per arcaici diritti tribali. La missione, che dovrebbe essere globale, in direzione dell’educazione e dell’elevazione culturale delle donne e della difesa strenua dei loro diritti, può rallentare il processo che, pur mitigato dalle possibili misure di equità economica e sociale auspicate dal Papa, sta portando l’umanità al collasso.
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