Cultura

Gli altri comparti crescono. Non di solo cibo…

Cresce la domanda di biologico in vari settori della vita civile, dalle costruzioni alla moda. Parla il direttore di Sana.

di Ida Cappiello

Si allarga sempre di più l?area dedicata dal Sana ai settori non alimentari, a testimonianza che la sensibilità del pubblico chiede alternative ecocompatibili in tutte le dimensioni della vita quotidiana. Due padiglioni della fiera, il 34 e il 35, sono dedicati quest?anno alle tecnologie per il riscaldamento della casa e per la produzione di energia elettrica a basso impatto ambientale, come gli impianti fotovoltaici, a biomassa, eolici. Gli espositori dell?area non food sono il 9% del totale e le adesioni di imprese europee, soprattutto tedesche, sono in forte crescita. La casa che respira Alcuni stand presentano soluzioni di bioarchitettura già sperimentate fuori dall?Italia, accomunate da una filosofia abitativa che trae spunto dalle energie ambientali che possono essere valorizzate in uno scambio tra ambiente domestico ed esterno. Viene così verificata l?esposizione al radon, gas radioattivo generato dal terreno e dal decadimento dei materiali da costruzione, e la qualità dell?aria; viene studiato come risparmiare acqua ed energia con un?impiantistica funzionale e non sovrabbondante, vengono riscoperti i bioritmi della casa, che respira attraverso i muri, non più di cemento armato, ma di mattoni in terra cruda, impastati con paglia, e legno non trattato. Il dinamismo energetico interno ai locali è studiato dall?antica arte cinese del feng shui, la ?medicina dell?habitat?, oggi riscoperta anche in Occidente, che ha come obiettivo quello di ricercare il benessere dell?uomo negli ambienti delimitati e non, armonizzando gli spazi con l?ambiente circostante e le persone che vi abitano. Questi principi erano un tempo presenti anche nelle culture architettoniche e paesaggistiche occidentali, quando era fondamentale il rispetto del genius loci, il rapporto tra l?edificio e lo spazio circostante e il rispetto degli elementi naturali del luogo. Numerose proposte di arredamento sono disponibili anche in kit per il fai da te, realizzati in materiali riciclati, ecologici e naturali. Per i mobili vengono utilizzati il legno, il bambù, le fibre naturali, che tra l?altro offrono facilità di pulizia e, spesso, sono naturalmente profumate. Il legname impiegato per i manufatti è spesso certificato: se ne può conoscere l?età, la foresta di provenienza, la data di abbattimento e di lavorazione, lo stato di salute. Nessun elemento estraneo è inserito nella struttura, nessun chiodo, nessuna vite, niente cerniere; colori e finiture impiegano oli e cere naturali. Una domanda sorge però spontanea: quanto costa la casa ecologica? È alla portata della gente comune o resta un fatto di élite per ragioni economiche prima ancora che culturali? Lo abbiamo chiesto a Sergio Rossi, direttore generale di Fiere e comunicazioni, l?ente promotore di Sana. «Costa un po? di più, non per il valore assoluto dei materiali ma per la ristrettezza del mercato che fa salire i costi distributivi, esattamente come accadeva per gli alimenti biologici vent?anni fa», risponde Rossi. «Nel costo bisognerebbe considerare il risparmio energetico nell?arco di un certo numero di anni per fare una valutazione corretta. Purtroppo», conclude Rossi, «il nostro orizzonte temporale è spesso troppo breve, siamo diventati consumisti anche nel tempo». I Comuni in campo Maggiori prospettive di crescita per la bioedilizia possono derivare dal coinvolgimento degli enti pubblici e dei grandi operatori edilizi, in primis le cooperative. Di questo tema si discute nel convegno ?I comuni per la bioedilizia? nella prima giornata di fiera, su iniziativa dell?Anci(l?associazione dei Comuni italiani), Federabitazione e Confcooperative. Si tratta dei soggetti che hanno firmato un protocollo d?intesa che ha lo scopo di favorire le scelte ecocompatibili all?interno della politica dei Comuni in tema di abitazioni. «L?interesse istituzionale», prosegue Rossi, «oltre a spingere il mercato, ha un ruolo importante di divulgazione culturale, diffondendo nel pubblico la sensibilità verso l?ecologia della casa, ma anche orientando l?offerta edile, che fino a oggi si è mossa soltanto su sollecitazione della domanda». In crescita anche l?interesse per l?abbigliamento. Nell?atelier di Sana sfilano due volte al giorno, in una passerella notevolmente ampliata rispetto all?anno scorso, le collezioni di espositori italiani e stranieri, con capi in canapa, cotone e lino. Oltre alla valenza comunicativa delle scelte di moda, i capi naturali aiutano in molti casi a prevenire o superare problemi di allergie o ipersensibilità, che toccano fasce sempre più estese di popolazione (in Italia circa il 5% degli abitanti), riconducibili a lavorazioni che utilizzano sostanze sintetiche. Sana per 1.600 Milleseicento espositori che arrivano da tutta Italia e dall?estero, oltre 50 convegni ospitati. La 14a edizione del Salone dell?alimentazione naturale, della salute e dell?ambiente (Bologna 12-15 settembre), si conferma come grande kermesse del biologico europeo. Una grande manifestazione che ormai comincia a preoccupare anche i tedeschi di Biofach, lo storico raduno dell?organico, che si tiene in febbraio a Norimberga. La manifestazione di Fiere e comunicazione, la società milanese di Gastone e Sergio Rossi, che lanciò questo evento a metà degli anni 80, oltre al settore alimentare ha visto crescere, in maniera esponenziale, il settore dell?arredamento e della medicina naturale. Info: Sana


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