Non profit

Brava Ministro Carrozza. Era ora!

di Massimo Coen Cagli

 

E’ la prima vota che sento un discorso sul fundraising intelligente e moderno fatto da un ministro della Repubblica. Per anni i ministri e gli amministratori hanno giustificato il ricorso al fundraising con motivazioni teoricamente e strategicamente deboli: “sono finiti i soldi, adesso tocca ai privati….“; “Bisogna tornare al “mecenatismo da parte dei ricchi…”; o, addirittura, “se non ci donate i soldi siamo costretti a chiudere….” E sempre senza assumersi una responsabilità circa l’allocazione delle risorse pubbliche per le cause alle quali i privati dovrebbero donare (come mai la scuola non ha la carta igienica? Dove sono finiti i soldi delle mie tasse?).

Ed è per questo che mi sento di ringraziare in quanto fundraiser e in quanto cittadino il Ministro Maria Chiara Carrozza che ha finalmente avuto il coraggio di mettere nell’agenda delle cose importanti del governo il tema del fundraising, e di averlo fatto contemporaneamente ad essersi assunta delle responsabilità circa il finanziamento della scuola, seppure nei ristrettissimi margini della nostra situazione economica.

4 sono gli aspetti che ha toccato il Ministro qui e qui (ma anche altrove) che vanno nella logica delle “politiche di fundraising” e sono tutti di alto profilo (ai quali ho aggiunto mie personali riflessioni):

Fundraising serve  a creare comunità attorno alla scuola ed è un mezzo di partecipazione oltre che di reperimento di soldi. Questo vuol dire che una delle strade maestre per fare fundraising nelle scuole è quella di aprire le porte ad una partecipazione più attiva della comunità nelle questioni scolastiche, che vada al di là delle mera democrazia rappresentativa degli organi scolastici. E una partecipazione meno episodica ed emergenziale ma continuativa. Una scuola che accoglie e che invita la comunità a prendere parte alle politiche educative è la scuola che idealmente può fare fundraising al meglio

Fundraising serve per creare valore aggiunto. E’ vero che la scuola ha bisogno di fondi per la gestione ordinaria, ma il fundraising deve essere legato anche e soprattutto a progetti, iniziative e miglioramenti che facciano innalzare il livello qualitativo della scuola e che portino un valore aggiunto. Tutto il contrario di quello che fanno aziende come Scottex (quando l’azienda spaccia la facile filantropia per RSI…)!

Bisogna fare una politica per favorire il fundraising. Innanzitutto sul piano delle agevolazioni fiscali. Ma anche per favorire un comportamento donativo di medio e lungo termine che abbia il sapore e il significato dell’investimento sul futuro. Le scuole non potranno avere un reale successo nel fundraising se attorno a questo non viene creato un ambiente favorevole fatto di incentivazioni, agevolazioni e produzione di una cultura moderna della donazione, partendo innanzitutto dal personale interno della scuola che deve superare remore e vincoli politici, organizzativi e burocratici che ostacolano la raccolta dei fondi (come ad esempio la impossibilità per le scuole di partecipare al 5 per 1000)

Il fundraising rappresenta per la scuola una delle strade maestre per fare una buona autonomia scolastica. Non tutta l’autonomia è buona. E’ buona quella che si assume il coraggio di investire, di rischiare e il coraggio soprattutto di accogliere al suo interno la comunità affinché concorra al governo (autonomo) della scuola. Così l’autonomia ha un valore di responsabilizzazione sulla gestione di un bene comune. E l’economia di questo bene comune è in gran parte affidata al fundraising più che alla finanza pubblica o al libero mercato. Più una scuola ha una governance allargata, più integra nel processo di governo le associazioni dei genitori, di alunni, di professori appassionati, e le organizzazioni della società civile, più farà un a buona raccolta fondi. A patto che i dirigenti si assumano una responsabilità a fare fundraising. E’ questo un messaggio chiaro e condivisibile che deve attendere una risposta positiva dal mondo della scuola.

Insomma una visione moderna e soprattutto lungimirante del fundraising e soprattutto una politica sul fundraising, cosa che da tempo andiamo chiedendo ai governanti e che sembra ancora più importante della mera richiesta di fondi pubblici, che evidentemente, per molto tempo, mancheranno.

Grazie Ministro, io sono con lei!

@MCoenCagli

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