Domani, 5 aprile, gli afgani sono chiamati alle urne per le elezioni provinciali, ma anche per scegliere il successore dell’attuale Presidente, Hamid Karzai che – per divieto della Costituzione – non può candidarsi nuovamente. Elezioni che rivestono una grande importanza, dato che rappresentano il primo effettivo cambio di potere democratico, dalla caduta dei talebani.
Come ha dichiarato di recente Nicholas Haysom, rappresentante dell’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan), ci sono dati incoraggianti che lasciano sperare una maggiore partecipazione delle donne sia nel processo elettorale che alla vita pubblica del Paese. Il 35% di nuovi votanti registrati sono donne; sono 300 le donne sui 2700 candidati alle provinciali e 3 le candidate in qualità di Vice –Presidente. Due giorni fa sul Wall Street Journal, anche la giornalista Margherita Stancati, aveva sottolineato il ruolo inaspettato che le donne afgane hanno giocato nei giorni della campagna elettorale.
ActionAid ritiene essenziale la partecipazione delle donne afghane in tutti i processi decisionali che hanno impatto sulla vita del paese: per questo abbiamo in più occasioni chiesto che il governo afghano e la comunità internazionale facciano la loro parte nell’attuazione della Risoluzione 1325, in particolar nell’assicurare la partecipazione delle donne nei processi di costruzione della pace.
E’ allarmante la notizia di oggi, alla vigilia delle elezioni, dell’uccisione di una fotografa di AP e del ferimento di una giornalista dell’agenzia Usa, gravemente ferita in un attacco di uomini armati. Le elezioni arrivano in un momento cruciale di un anno che è cruciale per l’Afghanistan: a fine anno avrà infatti termine la missione ISAF e al Summit NATO si discuterà di come prenderà forma l’impegno della comunità internazionale per la sicurezza post- ISAF. Senza sicurezza, non sarà possibile alcuna pace. Né tantomeno la tutela dei diritti per uomini e donne e la lotta alla povertà
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