Non profit

Italiani, brava gente

di Elena Zanella

«Non intendo chiedere da che conto arrivano quei soldi – assicura il sindaco di Pieve di Cadore in provincia di Belluno – rispetteremo il desiderio di chi in forma assolutamente anonima ha deciso di fare un gesto di grande altruismo in un momento tanto difficile. Nel biglietto che lo accompagna c’è la dimostrazione di come i cittadini siano molto vicini al sindaco, al comune. Di come bisogna essere rispettosi e trasparenti, umili, non arroganti: solo così la gente ci capisce e ci sta vicino».

A dichiararlo è Maria Antonia Ciotti, il primo cittadino di Pieve, sorpresa dell’assegno di 5mila € recapitatole in forma anonima. E’ di ieri la notizia sul quotidiano on line Leggo. Tra la tanta cronaca, nera purtroppo, che invade i nostri giornali, leggere queste parole mi restituisce un senso di gioia e di sottile speranza. Lo dico da italiana, fiera di esserlo in un Paese scapestrato, incoerente e alluvionato come il nostro.

Sì, perché, se scavi bene il bene viene fuori. E viene fuori dalla gente. Quella anonima. Quella di paese. Quella che non è sotto i riflettori ma che, come può, contribuisce e si rende protagonista del cambiamento. Quella che aiuta chi è in difficoltà e non chiede nulla in cambio se non che quel che si dice venga fatto. E’ un patto. Non scritto ma pur sempre un patto. In altri tempi, si sarebbe parlato di “patto tra gentiluomini”.

E’ l’aspettativa che sta dietro a ogni piccola donazione, anche quella che ti accorgi che è frutto di fatica. Di rinuncia. Perché viene fuori da un bollettino dal tratto insicuro, in cui la penna trema ma la mano c’è. Ed è lì pronta per donarti una parte di sé.

I gesti, le azioni, i sorrisi, l’empatia. Dell’uno verso l’altro. Eccole le espressioni che mi fan dire che “sì, ce la si fa!” e che mi rendono fiera di essere una donna d’Italia. Nonostante e comunque.

Nessuno ti regala niente, noi sì

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