
Non credevo in fondo che sarebbe mai successo.
Per la seconda volta le gambe mi cedono,
non reggono il mio corpo.… non riesco a sollevarmi dalle sedie
E poi sono pesante, come un povero pachiderma zoppo..
Ho paura!
Terrore del mio stato di infermità…
di perdere la mia dignità di donna
ed il piacere di accudire e stringere la mia bambina.…
Esistono varie forme della folle sclerosi multipla. . La mia è conosciuta come Recidivante/Remittente. Coloro che ne soffrono passano da periodi di quiescenza a momenti di riacutizzazione della malattia, che, essendo molto “fantasiosa” può colpire un po’ dove vuole: la vista, l’udito, la sensibilità, la parola, il movimento di un dito, una mano, un braccio…delle gambe. Sottoponendosi a una serie flebo di cortisone, quasi sempre, la maggior parte dei sintomi regredisce, ma rimane un margine di disabilità. L’attacco che colpisce gli arti inferiori è uno dei peggiori spauracchi di noi malati. “Finire su una sedia a rotelle” è la classica frase usata in questo caso. Il verbo “finire”, implica l’ineluttabilità di una situazione, l’impossibilità di una vita futura. Ti siedi in carrozzina e la tua vita termina, finisce appunto.
Quando è successo a me, passavo ore crogiolandomi masochisticamente nell’ascolto in cuffia di “Sedia a ruote” di Renato Zero. Per fortuna NON E’ FINITA e NON FINISCE COSI’!
Nessuno ti regala niente, noi sì
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