Il discorso odierno del presidente americano George W. Bush all’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite alimenta il dibattito internazionale sul ruolo dell’Onu rispetto alla questione irachena. Ecco le tappe principali del difficile dialogo tra l’Iraq e le Nazioni Unite e le principali risoluzioni adottate a partire dal 1990.
Aprile 1991: dopo la fine della guerra del Golfo, il Consiglio di Sicurezza adotta la ‘risoluzione 687′ che detta all’Iraq le condizioni per il cessate il fuoco. Essa prevede, fra l’altro, specifici obblighi in materia di disarmo e sanzioni (parzialmente mitigate rispetto all’embargo totale deciso dopo l’invasione del Kuwait). L’Iraq e’ chiamato ad impegnarsi al rispetto del confine internazionale con il Kuwait, al rimpatrio dei prigionieri e al risarcimento dei danni causati dall’ invasione. Si tratta della piu’ lunga risoluzione mai adottata dal Consiglio di Sicurezza. Ad essa si riferiscono tutte le risoluzioni adottate successivamente sull’Iraq. Ai sensi della ‘risoluzione 687′ il governo iracheno deve incondizionatamente accettare la distruzione e la rimozione, sotto supervisione internazionale, di tutte le armi chimiche e biologiche, dei missili balistici con gittata superiore ai 150 km e di tutte le strutture collegate. Si prevede inoltre l’istituzione di una Commissione Speciale dell’Onu (Unscom) con il mandato di condurre ispezioni sul campo per distruggere le armi. All’ Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e’ affidata la supervisione delle operazioni di eliminazione delle installazioni nucleari.
Maggio 1996:
viene firmato un memorandum di intesa tra Iraq e Onu denominato ‘petrolio contro cibo’, che consente al governo iracheno la vendita di petrolio per due miliardi di dollari per l’acquisto di medicine, alimenti e il pagamento dei danni di guerra. Unscom e Aiea vengono incaricate dal Consiglio di Sicurezza di controllare l’importazione ed esportazione di beni che possono essere impiegati dagli iracheni per scopi militari e civili.
Giugno 1996:
Il governo iracheno chiede la cessazione immediata dell’embargo senza condizioni e ostacola le ispezioni dell’Onu. La prova di forza con l’Unscom dura undici giorni; al termine, Baghdad si impegna ad autorizzare gli ispettori a accedere senza condizioni a tutti i siti militari.
Giugno 1997:
il Consiglio di Sicurezza condanna l’Iraq per il mancato rispetto degli impegni e minaccia il paese di nuove sanzioni entro i successivi quattro mesi, qualora continui a non collaborare con gli ispettori. Tuttavia, l’impasse non si sblocca e la ‘risoluzione 1137’, adottata nel novembre di quell’anno, minaccia l’Iraq di nuove sanzioni immediate.
Febbraio 1998:
il protocollo firmato tra il segretario generale dell’Onu Kofi Annan e il vice primo ministro Tareq Aziz chiude momentaneamente la crisi del 1997.
Marzo 1998:
la ‘risoluzione 1154′ prevede che ”qualsiasi violazione l’Iraq compia, sara’ punita con misure severissime”. Nonostante cio’, nell’agosto del ’98 il governo iracheno sospende ogni collaborazione con l’Aiea e in ottobre anche con l’Unscom.
Novembre 1998:
la ‘risoluzione 1205’ condanna l’Iraq per il mancato rispetto delle risoluzioni, mentre i membri dell’Unscom sono costretti ad abbandonare il paese.
Dicembre 1998:
in seguito all’inadempienza irachena, Usa e Gran Bretagna bombardano il territorio iracheno.
Dicembre 1999:
con la ‘risoluzione 1284’ viene istituita la Commissione di Monitoraggio, Verifica e Ispezione (Unmovic), composta da funzionari dell’Onu, in sostituzione dell’Unscom. Tale risoluzione condiziona la revoca dell’embargo alla completa collaborazione irachena con gli ispettori Onu per il disarmo. L’Iraq avrebbe dovuto garantire alla nuova Commissione accesso ”immediato, incondizionato e senza restrizioni” a qualunque area, edificio, equipaggiamento. Il regime di Baghdad ha sempre respinto la risoluzione e non ha mai permesso all’Unmovic di effettuare le ispezioni.
Giugno 2001: l’Iraq sospende per oltre un mese le sue esportazioni di petrolio in segno di protesta contro una proposta presentata dalla Gran Bretagna e appoggiata dagli Usa di limitare il numero dei prodotti destinati all’importazione, il cosiddetto regime di ”sanzioni intelligenti”.
Maggio 2002: l’ultimo provvedimento adottato dal Consiglio di Sicurezza sull’Iraq, la ‘risoluzione 1409′, prevede un vasto riesame del regime di sanzioni. Nonostante la mancata ripresa delle ispezioni, e’ stata ampliata la lista dei beni che possono essere importati nel paese.
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