Formazione

Parla Valentina Aprea. Il sostegno? Non è una matematica

Dispersione, tutela dei disabili ed integrazione: il settegretario dà la ricetta contenuta nella riforma.

di Benedetta Verrini

Nel gennaio 2000, come membro della commissione Cultura della Camera, ha partecipato all?indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica. Il documento prodotto rappresenta ancora un testo di riferimento sulle prospettive di riforma della scuola. Oggi Valentina Aprea di Forza Italia, da sempre impegnata sulle problematiche connesse all?educazione, è sottosegretario all?Istruzione. Vita l?ha intervistata, per conoscere quale progetti si stanno pensando per venire incontro agli studenti «dell?ultimo banco». Vita: I dati sulla dispersione evidenziano che la scuola ?perde? ogni anno 100mila ragazzi, un trend negativo rispetto al resto d?Europa. Quali gli strumenti della riforma Moratti per contrastare il fenomeno? Valentina Aprea: La riflessione sui dati citati è stato uno dei principali motivi che hanno spinto il governo a presentare un disegno di riforma che superasse il concetto di ?obbligo scolastico? così come finora inteso. Siamo giunti alla formulazione del concetto di ?diritto-dovere all?istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età?. Questo è uno dei fondamentali principi del sistema educativo nazionale nella delega in discussione al Senato. Posto quindi che l?obiettivo del sistema educativo non può essere un obbligo di frequenza fine a se stesso, bensì il conseguimento di un titolo di studio del secondo ciclo (14-19 anni), la riforma individua una pluralità di percorsi nei quali è possibile conseguire un titolo: i percorsi liceali e quelli di istruzione e formazione professionale. Tale pluralità è indispensabile se si vuole davvero diversificare l?offerta formativa, personalizzarla e arricchirla aprendola alla realtà del mondo del lavoro. La vera sfida che abbiamo davanti consiste nel garantire, in questa ampia diversificazione, la pari dignità di tutti i percorsi formativi. Vita: Il considerevole taglio di insegnanti previsto per il prossimo triennio (si parla di 34-36mila docenti in meno), non sarà un fattore di rischio per gli studenti più fragili, per i disabili e gli immigrati? Aprea: Non è previsto alcun taglio ?ragionieristico?. Stiamo svolgendo un monitoraggio circa l?utilizzo delle risorse e dai primi, seppur parziali, dati si riscontrano situazioni, riferite non soltanto al corpo docente, di numerosi e consistenti sprechi. In secondo luogo, non riteniamo che la soluzione alle situazioni più difficili possa essere affidata unicamente alla matematica, abbassando cioè il rapporto docenti-studenti. Di fronte ai nuovi problemi posti alla scuola dagli studenti di oggi, occorre ripensare non soltanto le figure specializzate bensì l?intera formazione iniziale e in servizio di tutto il corpo docente. Vita: Per le associazioni, il rapporto ideale tra studenti disabili e insegnanti di sostegno è di 2 a 1. Quale criterio il ministero suggerisce ai dirigenti scolastici? Aprea: Dal punto di vista normativo, l?unico rapporto insegnanti-alunni è 1 a 138, fissato dalla legge 449 del 1997. La legge quindi non determina il numero degli insegnanti di sostegno sulla base degli studenti disabili, bensì sulla base del numero complessivo di studenti. Vita: E l?istituto Serafico di Assisi rischia davvero di chiudere? Aprea: Ma si tratta di un classico caso di allarmismo irresponsabile: il Serafico è inserito nell?elenco nazionale delle istituzioni scolastiche, ordinate sulla base del rapporto numerico docenti-alunni. è evidente che in un elenco siffatto l?istituto di Assisi si collochi al primo posto, avendo 20 posti per 36 alunni. Vita: La dicotomia tra istruzione e formazione, tratteggiata dalla riforma, non rischia di privare gli studenti dell?istruzione di base e di favorire la dispersione? Aprea: La dispersione e l?insuccesso formativo accumulati in questi anni con l?estensione di un obbligo scolastico uguale per tutti suggeriscono di orientare gli sforzi in altre direzioni, come la diversificazione dell?offerta formativa. La definizione dei ?livelli essenziali? di tutti i percorsi formativi assicurerà a tutti i giovani l?insegnamento dei contenuti che costituiscono la richiamata ?istruzione di base?, necessaria per esercitare consapevolmente i diritti di cittadinanza.


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